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Philip K. Dick e “A Scanner Darkly” (2006) : Un cult tutt’ora attuale

A Scanner Darkly (2006)

“A Scanner Darkly” è un film di animazione sci-fi del 2006 diretto da Richard Linklater e basato sul romanzo di Philip K. Dick omonimo. Il film, ambientato in un futuro distopico, segue l’agente della polizia Bob Arctor che, sotto copertura, indaga su una droga chiamata Substance D che sta causando la distruzione della società.

Il film è stato acclamato dalla critica per la sua animazione rotoscopica unica e la sua rappresentazione intensa e disturbante della droga e della sorveglianza governativa. Anche se distribuito oltre 15 anni fa, la sua tematica di attualità e la sua critica sociale sono ancora rilevanti oggi.

L’uso di droghe sintetiche e il loro effetto sulla società sono un problema globale che continua a essere discusso e studiato. Inoltre, l’argomento della sorveglianza governativa e della privacy ha guadagnato ancora più importanza con l’avvento della tecnologia digitale e la crescente preoccupazione per la protezione dei dati personali.

A scanenr darkly Philip K. Dick
A scanner darkly

Inoltre, il film mette in discussione la natura della realtà e dell’identità, argomenti che sono stati esplorati in molte opere di science fiction, ma che sono ancora attuali nella società contemporanea.

A Scanner Darkly

II film è divenuto di grande importanza per le tematiche, la visione dell’autore e la fedelissima trasposizione cinematografica del libro originale. La tecnica di animazione immersiva e il modo crudo e disturbante di raccontare la vicenda dei protagonisti (interpretati dall’eccellente cast composto da Keanu Revees, Robert Downey Jr., Winona Ryder e Woody Harrelson) lo hanno reso un cult del genere oltre a renderlo un film degno di essere visto e rivisto.

Il filo conduttore con “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello

“A Scanner Darkly” e “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello sono entrambe opere che esplorano la natura dell’identità e la fluidità della realtà.

Nel film, l’agente Bob Arctor si trova a indagare su se stesso quando viene assegnato il compito di infiltrarsi nella propria personalità alterata dalla droga Substance D. Questo porterà il protagonista ad una inevitabile crisi d’identità con dubbi esistenziali e sulla vera natura della realtà e dell’io.

A scanner Darkly

In “Uno, nessuno e centomila”, Pirandello esplora la stessa tematica della fluidità dell’identità attraverso il personaggio di Vitangelo Moscarda che, dopo la morte del padre, inizia a mettere in discussione la propria identità e a rendersi conto che la percezione degli altri di lui è diversa dalla sua percezione di se stesso.

Entrambe le opere sottolineano l’importanza della percezione e della percezione degli altri nella costruzione dell’identità e mettono appunto come nel film in discussione la natura della realtà e dell’io.

“A Scanner Darkly” e “Uno, nessuno e centomila” condividono quindi una forte associazione nell’esplorazione della natura dell’identità e della realtà.

La forte critica alla società presente nell’opera di Dick

“A Scanner Darkly” di Philip K. Dick è una critica sociale che esplora la società distopica del futuro in cui l’individuo è costantemente sotto sorveglianza e controllo governativo. Il libro esamina la natura della realtà, l’identità e la libertà personale in una società dove la tecnologia e la droga hanno un impatto negativo sulla vita delle persone.

Il governo ha il controllo assoluto sulla vita delle persone attraverso la sorveglianza e la manipolazione della percezione e della realtà. La droga Substance D è un comodo mezzo per il governo di mantenere il controllo sulla popolazione, e la sua diffusione ha causato una crisi di identità e ha distrutto le relazioni interpersonali.

L’autore critica anche la società capitalista che incentiva l’avidità e la corsa al successo a discapito della felicità e della salute delle persone. La droga Substance D è vista come un prodotto di questa società che premia il successo a tutti i costi.

Philip K. Dick e la sua grande influenza nelle opere science fiction …

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Philip K. Dick è stato uno scrittore di fantascienza che ha esplorato molti temi legati alla scienza nei suoi romanzi e raccolte di racconti. La scienza ha giocato un ruolo importante nella sua opera, sia come sfondo per la trama che come tema centrale.

Dick ha scritto molte storie che si concentrano su questioni filosofiche e scientifiche, come l’identità, la realtà, l’intelligenza artificiale, la tecnologia, la sorveglianza governativa e la consapevolezza. Le sue opere hanno spesso esplorato la relazione tra l’uomo e la tecnologia, mettendo in discussione il potere e la responsabilità che l’uomo ha nei confronti delle sue creazioni.

Inoltre, Dick ha utilizzato le teorie scientifiche come la fisica quantistica e la teoria della relatività per creare universi immaginari in cui esplorare i temi filosofici e scientifici. Questo ha reso la sua opera unica e ha stabilito un legame tra la scienza e la sua narrativa.

Philip K. Dick grazie al suo estro, la sua visionaria immaginazione, le sue teorie sulla possibile esistenza di molteplici universi per ogni individuo e la sua narrativa ha influenzato molte opere di science fiction successive e continua a essere influente e rilevante oggi.

Easter egg

A differenza di quanto possa sembrare, ciò che ha reso speciale e magnetico il racconto della storia di Bob Arctor e la forte componente autobiografica di Dick. Infatti come si può leggere nel libro e nei titoli di coda del film, appare un gruppo di nomi a lui cari.

I nomi appartengono ad amici o persone conosciute da Dick e che, come lui, hanno dovuto fare i conti con la dipendenza lungo la loro esistenza. Tra i vari, è possibile leggere “Phil” che è l’autore stesso.

lookism visual novembre - LOOKISM [2022] - LA RECENSIONE 3
LOOKISM [2022] – LA RECENSIONE

Appena terminato di guardare la nuova serie sud-coreana, le emozioni che invadono la mia testa sono innumerevoli. Lookism è il titolo del manga coreano che prende il nome direttamente dal termine lookismo che descrive il pregiudizio e la discriminazione basata esclusivamente sull’aspetto fisico.

Da sempre il bullismo e la lotta contro le discriminazioni sono temi forti e sempre attuali, a causa (purtroppo) di episodi sempre più frequenti che spesso sfociano in eventi di natura drammatica e/o violenta.

Lookism, com’è nata la serie animata

Lookism è un webtoon sudcoreanoscritto e illustrato dal modello Park Tae-joon. Pubblicato per la prima volta nel novembre 2014, il fumetto racconta la storia di uno studente delle superiori che può passare da un corpo all’altro: uno grasso e basso e l’altro in forma alto dall’incredibile bellezza.  

L’adattamento della serie animata coreana a cura di Studio Mir è stato rilasciato a livello globale su Netflix (che ancora una volta punta forte su una serie anime) l’8 dicembre 2022 con un totale di 8 episodi da 25 minuti circa.

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Lookism, una storia di bullismo, pregiudizi e di coraggio

La storia ruota intorno a Park Hyung Suk, un ragazzo che vive con la madre che si impegna a fatica per guadagnare abbastanza da permettere al figlio di poter studiare. Park è un ragazzo bassino e in sovrappeso nonché insicuro e debole a causa dei continui sfottò e degli episodi di bullismo di cui è vittima.

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Tutto per lui cambia quando dopo aver cambiato quartiere e scuola, scopre di poter “utilizzare” un altro corpo che è invece alto, in forma e dall’aspetto piacente.

Con queste premesse, lo show mette in risalto le diverse reazioni che le persone hanno in base all’aspetto fisico di chi vi si trova davanti e pone una questione allo spettatore:

“Quanto valorizzi te stesso? Quanto vale l’essere interiore rispetto a come si appare all’esterno?”

L’anime (che risulta molto scorrevole), mette in contrasto la bellezza dei colori sullo sfondo, le grandi marche di moda, i voluminosi capelli delle ragazze e i muscoli dei latin-lover della scuola con la cruda violenza che subiscono i bullizzati.

I personaggi sono caratterizzati in maniera soddisfacente, al netto di qualche personaggio secondario di cui si conosce poco o nulla del loro background, probabilmente voluto in vista di una possibile seconda stagione. Anche alcuni misteri della storia al termine della visione restano irrisolti come ad esempio i talenti di cui il protagonista è dotato, e come siano riusciti alcuni personaggi ad essere abilissimi e fortissimi lottatori i quali donano dinamicità alla storia, oltre a regalare sequenze avvincenti che smorzano un po’ il tono drammatico della storia.

ti e piaciuto lookism ecco 7 adattamenti webtoon da non perdere - LOOKISM [2022] - LA RECENSIONE 6

Lookism è una serie che riesce a mescolare temi importanti con momenti di divertimento, arte e un po’ di action in perfetto stile orientale. I disegni che riprendono fedelmente il fumetto originale e le caratteristiche maniacali dei webtoon si prestano degnamente alla causa riuscendo a trasmettere allo spettatore ogni aspetto che l’autore della storia vuole raccontare.

Una storia che vuole sensibilizzare le persone alla lotta al bullismo, ad imparare a giudicare le persone per cosa hanno dentro e cosa vogliono dire e non dal capo firmato, dal capello alla moda o dal fisico scolpito. Un anime che trasmette la disperazione del protagonista (e non solo) che non riesce ad imporsi in una società sempre più famelica e pregiudicante , ma che (per fortuna) a volte riesce ad essere sopraffatta dal coraggio e dalla voglia di molti di prendersi ciò che gli spetta.

Il prodotto del distributore californiano è in linea generale un buon adattamento, originale e accattivante che mi sento di consigliare anche a chi non è avvezzo al genere sfruttando l’elemento easy binge watching grazie al suo esiguo numero episodi risulta ulteriormente fruibile. Numero di episodi che forse se fossero stati un tantino di più avrebbero potuto regalare approfondimenti interessanti.

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Progetto senza titolo - CYBERPUNK EDGERUNNERS [2022]: Ancora Night City, ancora una storia di Cyberpunk 8
CYBERPUNK EDGERUNNERS [2022]: Ancora Night City, ancora una storia di Cyberpunk

Cyberpunk Edgerunners – La serie spinoff

Ormai è ben nota la vicenda che ha visto il tortuoso cammino di CD Projekt con il suo chiacchieratissimo Cyberpunk 2077 . A distanza di quasi 2 anni dalla pubblicazione del gioco, il pubblico si è diviso tra consensi e dissensi, ma è indubbio che ambientazioni e fascino della storia siano di elevata fattura e probabilmente è su questo che Netflix e la software house polacca hanno deciso di puntare.

La serie animata che ricalca il design tipico dei cartoni animati anni 90, è stata distribuita il 13 settembre 2022 e prodotta dallo studio giapponese Trigger.

Perdere tutto …

David Martinez, vive con la madre, che lavora forsennatamente ogni giorno per poter pagare la retta dell’Arasaka Academy , scuola che frequenta il figlio. David è uno studente brillante, ma dall’animo ribelle, dettaglio non trascurabile e che lo rende diverso e non compatibile con il mondo delle corporazioni.

Per un fatale incidente, in seguito ad una folle sparatoria tra bande in strada, Gloria (madre di David) finisce in ospedale in gravissime condizioni. Dopo che David viene bullizzato da Katsuo suo compagno di classe nonché figlio di Tanaka dirigente dell’Arasaka e poi espulso dall’Accademia; Egli viene a conoscenza della triste scomparsa della madre, avvenuta per mancanza di sufficiente denaro per pagarne le cure.

Cyberpunk Edgerunners
La scena in cui David va dal RipperDoc per farsi impiantare il Sandevistan

In preda alla sete di vendetta, di rabbia e desideroso di affermarsi in mondo così folle e crudele fa visita al proprio RipperDoc di fiducia e decide di farsi impiantare un Sandevistan di tipo militare trovato a casa nascosto da Gloria.

Il Ripperdoc però lo avvisa: Il Sandevistan è tanto potente quanto pericoloso per il corpo e la mente. Inizia così un lungo adrenalinico, sanguinoso e incredibile viaggio per le strade di Night City.

Se non avete ancora visto la serie e non volete incappare in spoiler, vi invito a guardare il trailer in basso e di procedere alla lettura solamente una volta terminata la visione.

Essere Cyberpunk

Essere Cyberpunk , è l’obbiettivo principale di David ed è il tema a cui ruota l’incipit della serie , dove mostra il protagonista alle prese con i primi utilizzi del Sandevistan che gli garantisce nei primi episodi l’ingresso nel gruppo di Cyber-mercenari guidati da Maine, carismatico e leader assoluto.

La serie, che mantiene un minutaggio per episodio in linea con la maggior parte dei prodotti di animazione (20′ circa), ha un ritmo scorrevole scandito da battute sopra le righe e scene d’azione davvero ben caratterizzate che ripropongono (anche grazie alla nota colonna sonora del videogame da cui è tratta) tutte vibes vissute dai videogiocatori nei panni di V.

Personaggi, influenze e Studio Trigger

In una città così ben caratterizzata come quella già amata in Cyberpunk 2077 che è Night City, bisognava necessariamente inserire nella storia personaggi carismatici e sopra le righe. David Martinez è un protagonista azzeccato, in linea con le caratteristiche principali dell’eroe, un ragazzo che per carattere, sogni e speranze è in sintonia con i ragazzi di oggi.

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David e il suo gruppo

Ad affiancarlo nel suo viaggio, ci sono i componenti del suo gruppo Maine, Lucy, Kiwi,Rebecca, Dorio e Falco. Con eccezione di Maine e Lucy gli altri personaggi del gruppo sono abbandonati un po’ a se stessi durante l’andamento della serie, lasciandogli qualche battutina qua e là tanto da farli sembrare tappabuchi per momenti morti, sebbene tra questi nel finale vi sono alcuni essenziali per lo snodo della trama.

Maine e Lucy infatti sono maggiormente caratterizzati forse aiutati dal ruolo che ricoprono nella storia in quanto rispettivamente mentore e flirt del protagonista. Maine è un personaggio molto ispirato, che raccoglie tutti gli elementi del cyberpunk, una via di mezzo tra Terminator e Batou, sebbene non riesce a scalare l’altissima vetta dell’iconicità di questi personaggi che rappresentano l’essenza di questa tipologia.

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Lucy

Lucy è senza dubbio il personaggio enigmatico e complesso. L’estetica è da urlo e quando Edgerunners si ribella ai limiti di Netflix ed entra nel Cyberpunk puro la mostra in tutte le sue forme senza però dimenticare l’impatto emotivo e la potenza espressiva del suo volto. L’interessante dualismo di donna indipendente e forte e donna fragile e desiderosa di essere compresa e amata è una delle caratteristiche migliori e che più ha avuto impatto sulla storia.

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Rebecca ispiratissima da Harley Queen di Margot Robbie

Una piccola curiosità è su Rebecca , personaggio che sembra fortemente ispirato a quello di Harley Queen di Margot Robbie, ma che nonostante sia veramente simpatica risulta un personaggio spesso piatto e poco costruttivo per la trama.

Abbiamo citato Batou, personaggio iconico di Ghost in the Shell serie da cui Trigger Studio (scelta azzeccatissima quella di Netflix) probabilmente ha preso spunto per disegni e humor (anche se GOS era molto più cupa) insieme ad altre serie del genere come Cyber City Oedo 808, Ergo Proxy e Psycho-Pass e Akira (David pare fortemente ispirato a Kaneda). Sebbene la serie sia scorrevole, tratti temi quali differenze sociali, violenza,distopia e nel totale funziona e piace, lascia la sensazione di manchevolezza per divenire un cult come lo sono state serie precedenti del genere.

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Faraday

L’andamento di Edgerunners è lineare: Dopo essere partita col botto, sale mano mano per preparare lo spettatore ad un finale da capogiro, ma che incredibilmente delude. Lo scontro finale tra David e il leggendario Cyber-criminale al servizio di Faraday (anch’egli nel totale non molto incisivo) non rispetta le aspettative forse per favorire una probabilmente giusta e coerente fine del protagonista.

Nulla da dire invece sull’impatto emotivo della storyline di David e Lucy che regalano emozionanti momenti da subito sino alle battute finali, quando Lucy grazie all’ultimo gesto d’amore di David riesce a coronare il suo sogno di andare sulla Luna.

E sulle note speciali di I Really Want to Stay at Your House vediamo forse la scena più toccante nonché punto emozionale più alto della serie, con Lucy che guardando il sole, rivede i momenti passati nella sua BD con David.

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Commento finale

Cyberpunk Edgerunners è stata la mossa più azzeccata di CD Project riuscendo ad ottenere un incremento delle vendite e del numero di videogiocatori di Cyberpunk 2077 proprio grazie all’uscita su Netflix della serie spin-off del gioco.

Al netto di alcune imperfezioni, e di personaggi che nonostante siano un tantino trascurati risultano nel complesso riusciti, la serie – apprezzatissima anche da volti noti come Hideo Kojima – riesce a fare breccia, soprattutto nel cuore di chi ha già amato la storia di V e Johnny Silverhand.

Nel complesso è una serie animata godibilissima e meritevole di ulteriori sviluppi, che con l’enorme potenziale dell’universo del franchise e della futuristica città Night City può durare negli anni oltre che puntare molto in alto.

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The Northman (2022) – La recensione

Il tuo destino è segnato e non puoi sfuggirgli

The Northman è un film del 2022 diretto da Robert Eggers, autore anche della sceneggiatura insieme allo scrittore e poeta islandese Sjón.

La vicenda è ambientata in Islanda nel X secolo, ed ha come protagonista Alexander Skarsgård nel ruolo di Amleth (personaggio della Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, più famoso nel riadattamento di Shakespeare nella sua omonima tragedia), il quale intraprende un viaggio di sacrificio e sangue nel tentativo di vendicare il padre assassinato.

Una storia di sangue, fango, vendetta e destini …

Robert Eggers dopo i suoi riuscitissimi The Witch (2015) e The Lighthouse (2019) arriva per la prima volta al cinema con una grande ed aspettatissima produzione. Infatti se i primi due lungometraggi sono costati rispettivamente 4 e 11 milioni, The Northman ha avuto un costo tra i 70 e i 90 milioni di dollari.

Il regista e scenografico statunitense mostra ancora una volta la sua originalità e maniacale cura per i dettagli nel mettere in scena i suoi film. Il film uscito nelle sale il 22 aprile 2022 , è un’opera complessa, che riesce nel difficile compito di portare sullo schermo un contesto per nulla semplice ricco di simbolismi e da una forte componente magico-rituale , perfettamente coerente con l’epoca in cui la storia è ambientata nonostante non manchino alcuni immaginari fantastici dei nostri tempi.

The Northman

Il punto di forza di questa pellicola è senza alcun dubbio la sua accurata trasposizione della simbologia e delle ambientazioni, con una ricostruzione eccelsa dell’Islanda del X secolo e con una fotografia evocativa, davvero bella da vedere in tutta la sua spettacolarità.

Ancora una volta Eggers pone l’accento sulla storicità delle vicende riproponendo per certi versi quanto visto nel riuscitissimo ed originalissimo horror The Witch, dove gli atti dei processi alle streghe arricchiscono la trama attraverso i dialoghi dei personaggi. Nonostante però la forte storicità della pellicola, questa volta il regista mette in risalto la violenza, la crudeltà e la voglia di vendetta e di sangue del suo protagonista.

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Alexander Skarsgård nel ruolo del protagonista Amleth

Meno potenza emozionale, più potenza fisica …

The Northman a differenza delle altre opere del regista mostra i muscoli nel vero senso della parola, con la componente emozionale che lascia spazio alla crudeltà e alle sanguinolente gesta del protagonista che percorre tutta la sua vita con il solo obbiettivo di vendicare la morte di suo padre Re Aurvandill, ucciso per mano del suo fratellastro voglioso di prendere il suo posto.

Le sequenze d’azione, realizzate con camera singola, sono dall’impatto visivo devastante, grazie anche all’interpretazione ottima di Alexander Skarsgård in tutta la sua imponente forma fisica.

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La figura femminile nella tradizione norrena

Come in opere simili (vedi GOT), e come vuole la tradizione norrena, le donne sono il fulcro della storia. Infatti nella tradizione norrena, la donna è la figura che guida del destino, che con le proprie gesta pone dinanzi all’uomo un fato ineluttabile. Il destino, che in The Northman pare inizialmente essere tema centrale con Amleth che sin da bambino accetta perseguendolo fino in fondo, si dimostra infine un mero espediente per sottolineare la vita degli uomini sospesi tra magia,mito e sacro.

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Un cast notevole

Nicole Kidman e dell’attrice feticcio Anya Taylor-Joy, vanno a costituire insieme a Ethan Hawke e Willem Dafoe (sebbene quest’ultimi presenti in poche scene) un cast impeccabile. Le due attrici rispettivamente nei ruoli di regina Gudrún e Olga sono coloro che alimentano la storia con interpretazioni davvero notevoli e a mio parere superiori nel complesso allo stesso protagonista che anche per il ruolo che ricopre svolge un lavoro molto più fisico che prettamente recitativo.

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Nicole Kidman nei panni di regina Gudrún

L’attrice australiana nei panni della regina, inscena un personaggio enigmatico che nonostante viene fuori sul finire del film non è meno rilevante, grazie ad una rappresentazione perfetta. La regina è la trasposizione evocativa delle figure femminili tragiche e alla maternità, vaporizzando però ogni luogo comune affine con una maestria unica.

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Anya Taylor-Joy invece è co-protagonista della pellicola interpretando Olga, una maga che anche se ridotta in schiavitù è rappresentata dal regista come una donna libera, potente, sfacciata e magnetica. Il suo personaggio è similare a quello di Thomasin (The Witch) da lei interpretato in precedenza, grazie al suo alone di mistero e magia. Olga sarà colei che farà conoscere l’amore al protagonista , dandogli anche le ultime forze per compiere il suo destino.

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Anche se in una brevissima apparizione, la cantautrice, compositrice, produttrice discografica, attrice e attivista islandese Björk interpreta l’oracolo in una sequenza di immagini che racchiudono perfettamente l’immaginifico e mitologico mondo norreno.

Commento finale

The Northman è un film evocativo,dalla forte caratterizzazione storica norrena e dal grande impatto visivo. Eggers questa volta reprime la sua forte predisposizione ai racconti a lui più congeniali, per rendere l’opera fruibile ad un pubblico più ampio. Egli mette in scena l’epica scandinava, ma dalla sua prospettiva attenta e minuziosa grazie anche alla collaborazione dell’archeologo Neil Price, specializzato in epoca vichinga.

Il risultato finale è quello di una storia di violenza, affetti perduti e vendette, simbolismi e sacralità a metà tra Conan il barbaro e Vikings. Una pellicola di ottima fattura e raffinatezza, ma che evince il senso di insoddisfazione del suo creatore più a suo agio nei racconti prettamente storici, dando allo spettatore l’impressione che manchi comunque qualcosa e di non essere riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.

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la recensione 1 - Halo : La serie TV (2022)- La recensione 22
Halo : La serie TV (2022)- La recensione

Halo è una serie televisiva statunitense non canonica di fantascienza militare sviluppata da Kyle Killen e Steven Kane per il servizio di streaming Paramount+, basata sull’omonimo franchise di videogiochi Halo.

È prodotto da Amblin Television343 IndustriesShowtime, One Big Picture e Chapter Eleven e racconta un conflitto del 26º secolo tra la United Nations Space Command (UNSC) e le razze aliene facente parte dell’alleanza Covenant in una linea temporale denominata “Silver Timeline”.

Halo locandina

Halo: Il cast

Il cast principale è composto da Pablo Schreiber (“American Gods”) nel ruolo del super soldato Master ChiefNatascha McElhone (“Californication”) nei panni della dottoressa Halsey, mente brillante, donna tormentata che ha creato i super soldati Spartan e Jen Taylor nei panni di Cortana, l’IA più avanzata nella storia umana che potrebbe essere determinante per il futuro della razza umana.

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Trama

Come nei videogiochi il protagonista delle serie è John-117 alias Master Chief, soldato scelto facente parte del gruppo Spartan, a sua volta parte dell’United Nations Space Command. La storia si concentrerà in particolare nel 26° secolo durante un conflitto tra uomini e i Covenant.

L’azione spettacolare, l’avventura alla scoperta di numerosi e diversi pianeti si intreccerà con emozioni,storie personali,dubbi esistenziali e la visione incredibile del futuro dell’universo.

Una stagione che getta le basi per il futuro …

La prima stagione di Halo, è stata per mio modo di vedere un modo per sondare il terreno e cercare di comprendere quanto l’universo del franchise potesse piacere non solo ai fan più scatenati , ma piuttosto ai neofiti della lore.

La produzione sin dall’inizio ha ribadito la volontà di non voler seguire passo passo la storia originale, inserendo anche personaggi nuovi non canonici per rendere la serie fruibile quanto più possibile al pubblico.

Questa scelta è condivisibile, ma come facile pensare è anche altamente discutibile dai fan che invece dopo anni di attesa vedono il “loro Halo” sfumare in qualcosa di completamente slegato da tutto ciò che concerne la vastissima e interessantissima lore.

Personaggi a volte lasciati un po’ a caso …

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Kwan Ha e Soren in Halo episodio 7

In questa prima stagione facciamo conoscenza di alcuni personaggi secondari quali Kwan-Ha, Soren e uno degli antagonisti Vinsher Grath soppressore del movimento insurrezionalista su Madrigal. Le loro storie vengono introdotte nei primi episodi per poi averne uno dedicato in cui si vede i primi due scontrarsi con Vinsher. Complice forse i pochi episodi a disposizione gli avvenimenti di questi personaggi vengono raccontati in maniera superficiale risultando quasi una sotto trama filler. Un vero peccato dato soprattutto lo spessore dell’interpretazione di Burn Gorman nei panni del politico soppressore.

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Decisamente positive le interpretazioni di Natascha McElhone e Charlie Murphy

Come in ogni show vi è sempre almeno una regina. In questa prima stagione la nostra regina è senza dubbio Charlie Murphy nei panni di Makee. La Murphy inscena un personaggio ambiguo e dallo sguardo magnetico, un umana e membro dei Covenant rapita da bambina e cresciuta con la razza aliena, mandata in incognito per recuperare le keystones.

Halo Episode 6 fa la piu grande rivelazione della serie.778 1smart - Halo : La serie TV (2022)- La recensione 26

Anche Natascha McElhone che interpreta la Dott.ssa Halsey, ha convinto con la sua performance borderline di un personaggio stratificato e caratterizzato da innumerevoli sfumature che spingono lo spettatore a domandarsi se ogni sua scelta sia giusta.

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Non male anche la parte restante del cast che si comporta bene e riesce a caratterizzare bene i personaggi. Tra tutti, ci auguriamo di vedere con più spazio personaggi come quello di Miranda Keyes, interpretata da Olive Gray e gli altri spartan.

Casco si, casco no …

Tra le scelte più chiacchierate è stata sicuramente la scelta dei produttori di mostrare per la prima volta il volto del protagonista John-117 alias Master Chief, qui interpretato da un ottimo Pablo Schreiber.

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Siamo agli inizi dell’episodio pilota, quando dopo aver salvato Kwan-Ha dal suo pianeta natale in balia dell’invasione covenant, John durante un confronto con la diffidente ragazza, si mostra per la prima volta al mondo senza l’iconico casco.

Sebbene però la scelta abbia avuto qualche critica, ha un forte fondamento: “L’aspetto umano“.

I videogiocatori della saga di Halo sanno perfettamente il carattere granitico di Master Chief. Il suo personaggio è sempre mostrato determinato, e spinto dall’incontrollata e forte volontà di compiere il suo destino, ovvero non deludere chi vede in lui l’unica speranza per l’umanità. Umanità che sia Chief sia gli altri Spartan, hanno dovuto rinunciare diventato perfette e imbattibili macchine da guerra.

Partendo da questo presupposto i creatori della serie hanno voluto incentrare la storia sulla volontà del protagonista di ritrovare l’umanità perduta attraverso un viaggio fisico e introspettivo che lo porterà alla conoscenza delle sue origini.

È facile capire quindi, che per permettere questo tipo di narrazione era necessario mostrare il volto dello spartan numero 117. Una storia che comunque si è dimostrata interessante, intervallata da sotto trame (che non sempre funzionano) e spettacolari combattimenti.

Forse bisognerà investire di più …

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scena tratta dal quinto episodio
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Combattimenti spettacolari, non ci sono dubbi. Le sequenze in prima persona che riprendono la visuale video ludica della saga, sono immersive catapultando lo spettatore nel campo di battaglia come nel gioco. I Covenant, in linea generali sono ben riprodotti, ma a stonare però è l’aspetto dei Sangheili, che a tratti sembrano quasi la caricatura della loro controparte video-ludica con movimenti un po’ goffi alla Rhino di Spiderman.

Certo la CGI ha qualche punto debole(con alcune scene in cui elementi come il fuoco, o i raggi laser delle armi potrebbero essere migliorati), ma nonostante tutto risulta gradevole ed entusiasmante.

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In questa scena un Phantom Covenant e l’iconico fucile sniper SRS99.

Non è solo un problema di CGI …

Per un budget molto importante ($ 200 milioni) ci si aspetta qualcosa di più. Oltre alla CGI a soffrire è anche la realizzazione delle armature e altri dettagli che rendendo la resa finale altalenante. Sebbene le armi sembrano ben definite e realistiche, alcune sezioni delle armature danno l’idea di plasticoso, con un visore che danno la sensazione di lente a basso costo per un risultato che per budget e risorse delude un po’.

Le ambientazioni

Per una storia action sci-fi come quella di Halo è fondamentale ricreare ambientazioni fedeli e quanto più futuristiche. Per fortuna in questo lo staff è riuscito perfettamente con la creazione dei pianeti e degli immensi spazi che incantano con una buona fotografia.

Commento finale

Halo è un adattamento che al netto di alcuni piccoli difetti funziona. La scelta di creare una nuova storyline ha dato ragione alla produzione, con una risposta più che positiva da parte del pubblico che già grida alla seconda stagione. Seconda stagione che potrebbe prendere innumerevoli strade, soprattutto grazie all’indipendenza dalla saga del videogame.

Questa nuova serie sci-fi non ha nulla da invidiare alle altre serie del genere, potendo contare sulla moltitudine di storie da poter raccontare e dalla fama e forza del franchise di Halo. Non ci resta che aspettare quale piega prenderà la prossima stagione e perché no , nel frattempo avvicinarsi o riavvicinarsi alla saga che ha fatto la storia di Microsoft.

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LA RECENSIONE DEL THRILLER CON SARAH PAULSON - RUN - LA RECENSIONE 43
RUN – LA RECENSIONE

Run è un film del 2020 diretto da Aneesh Chaganty con protagoniste Sarah Paulson (American Horror Story, Glass, Ratched) e Kiera Allen rispettivamente nei ruoli di Diane e Chloe Sherman.

Trama

Chloe è stata cresciuta da sua madre Diane in totale isolamento. Sua madre l’ha totalmente controllata da quando è nata, ma ora, da adolescente, Chloe sta iniziando a scoprire i bui segreti di Diane.

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Sarah Paulson e Kiera Allen in Run (Credits: Allen Fraser/Universal Pictures/Lucky Red)

Nulla è come sembra, anche se facile da intuire …

Il regista indiano al suo secondo lungometraggio, ci immerge in un thriller claustrofobico ed intrigante. Sin dalle prime sequenze cerca di proporre una dinamica inedita, che fa percepire il pericolo dall’interno, cosa poco frequente in confronto al pericolo ignoto che proviene al di fuori come spesso vediamo nel classico thriller. Per quasi la totalità del minutaggio, i soli personaggi sullo schermo sono la maniacale e iperprotettiva Diane, e sua figlia adolescente Chloe, quest’ultima affetta da una serie di malattie croniche che l’affliggono sin dalla nascita.

La particolarità che rende originale e claustrofobico il film è – come dal titolo – correre. Nella stra-maggioranza delle pellicole del genere, c’è sempre il momento in cui la vittima cerca di sfuggire alla morta scappando e quindi correndo. In Run, questo aspetto assume un significato diverso, data l’impossibilità di correre da parte di Chloe per causa dei suoi problemi di salute, riuscendo a trasmettere forte ansietà e immobilismo.

Run - il film
Una scena con Kiera Allen in Run (Credits: Allen Fraser/Universal Pictures/Lucky Red)

Sebbene già dopo la prima parte è facilmente intuibile chi è l’antagonista della vicenda, sono i dettagli mancanti a tenere banco. Il gioco di segreti e il metodo con cui ci vengono svelati le parti mancanti sono ciò che tiene incollati allo schermo ed che rende il film godibile e funzionale.

Il film ha un buon ritmo, con un’interpretazione magnetica di Sarah Paulson e una buona performance della Allen, ma ahimè non esente da alcuni cliché.

Commento finale

Run, ha il merito di prendere gli aspetti migliori del genere thriller e di esaltarne alcune situazioni e aspetti clou. Un prodotto che sostanzialmente porta di gran lunga a casa la pagnotta , ma che non si può definire un cult. In sostanza è un film godibile,piacevole e che può intrattenere sicuramente in una bella serata all’insegna del cinema sul divano di casa.

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LA RECENSIONE - Matrix Resurrection : Stavolta scegliamo la pillola blu 46
Matrix Resurrection : Stavolta scegliamo la pillola blu

Matrix Resurrections (The Matrix Resurrections) è un film del 2021 diretto da Lana Wachowski.

Quarto capitolo della serie Matrix, vede il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Anne Moss.

Matrix Resurrections - Wikipedia

Trama

Afflitto da strani ricordi, la vita di Neo prende una svolta inaspettata quando si ritrova all’interno di Matrix, ma non ne è consapevole. Questo cambia quando un uomo entra nel mondo di Neo per fargli capire che la realtà in cui vive non è reale.

Matrix non esiste , o non esiste più …

Il primo capitolo di Matrix è tutt’ora un film di riferimento, divenuto cult e capostipite del genere action-bullet time oltre che tra i primi ad esporre il concetto di metaverso e simulazione. Dopo la conclusione della saga con Matrix Revolutions (2003), negli anni si sono susseguiti voci che volevano fortemente un sequel e quarto capitolo.

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Ma era davvero necessario un quarto capitolo?

Già con il terzo film ci fu la forte sensazione che si era arrivati fin troppo oltre. In questo film , la Wachowski sfrutta il tema del meta-verso per guardare dentro se stessi e attraverso parallelismi e apparenti goffe conversazioni dei suoi personaggi, mettere in discussione tutto ciò che noi sappiamo su Matrix.

“Cos’è Matrix ?”

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Il nuovo Morpheus chiede a Neo, “Cos’è Matrix?“, la domanda a cui bisogna ancora una volta rispondere, questa volta ha una risposta dal significato completamente diverso. Matrix non è solo simulazione del mondo come noi lo conosciamo, è l’illusione di avere scelta, una confort zone che si radica nella nostalgia.

Scegliere la pillola rossa “non è più una scelta

concetto interessante che però ci viene solo introdotto. Infatti sono troppi i punti in sospeso, troppi i nodi che non vengono al pettine. Il perché non vi sia alternativa alla scelta delle famosa pillola rossa, non vi è chiaro , se non attraverso una nostra personale analisi. Neo e Trinity, che sappiamo morti nel terzo film della saga, sono invece vivi ma non ricordano e come sia possibile tutto questo, non ci è dato saperlo.

Il film pare essere più una denuncia , chi ignora, chi fa finta di non credere all’esistenza di Matrix, ne è complice. L’idea della Wachowski è nobile , sia chiaro, non avendo paura di portare sul grande schermo la sua idea, ma purtroppo a mio parere fallisce.

Sebbene la fotografia è spettacolare, sono troppe le sequenze riciclate e troppe le autocitazioni che persino per gli amanti sfegatati della saga (come me) stancano e fanno storcere il naso.

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Matrix (1999)
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Ressurrection (2022)

Lo abbiamo amato per la storia, le icone, il fascino della fantascienza, dell’uomo che soccombe alla tecnologia e lotta per sopravvivere , ma soprattutto per i suoi spettacolari combattimenti.

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Se Matrix è riferimento cinematografico

per tantissimi film, è perché fu rivoluzione per il modo di inscenare le scene d’azione. In questo quarto capitolo invece viene meno tutto:

Le scene dei combattimenti sebbene siano visivamente spettacolari, non trasmettono emozione, adrenalina. I personaggi lottano, fanno balzi, scaricano caricatori, ma sono bidimensionali, piatti, vuoti. Le scene sembrano piazzate a caso fino al finale dando una concreta idea di fan-service.

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Il nuovo agente Smith

Abbiamo citato per anni , le iconiche frasi e per anni amato i volti delle icone di questa spettacolare saga. Nonostante l’ottima interpretazione del nuovo Morpheus (Yahya Abdul-Mateen II) e del nuovo Agente Smith (Jonathan Groff) – doppiato da un impeccabile Maurizio Merluzzo – il paragone è spregevole, come scalare il K2. È troppo difficile parlare di Agente Smith senza pensare subito al volto iconico ed espressivo di Hugo Weaving, e/o pensare al mentore di Neo e non immaginarci il volto unico di Laurence Fishburne.

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Commento finale

Matrix Ressurrection è un film dalle idee e spunti interessanti, ma che non riesce completamente a svilupparle. Le troppe citazioni, il riciclo di scene e lo snaturamento di personaggi iconici sono un macigno per il prodotto finale , che risulta quasi la caricatura di se stesso. Un film che si discosta completamente (o quasi) dai capitoli precedenti per muovere una forte critica a tutto il mondo Hollywood.

Un messaggio che arriva, ma non chiamiamolo Matrix, chiamiamola parodia.

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la recensione - ETERNALS : LA RECENSIONE 56
ETERNALS : LA RECENSIONE

Eternals è un film del 2021 diretto da Chloé Zhao (Nomadland).

Basato sui personaggi degli Eterni della Marvel Comics, è la ventiseiesima pellicola del Marvel Cinematic Universe ed è interpretato da un cast corale composto da Gemma ChanRichard MaddenKumail NanjianiLia McHughBrian Tyree HenryLauren RidloffBarry KeoghanDon LeeGil BirminghamHarish PatelKit HaringtonSalma Hayek e Angelina Jolie.

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Trama

Eternals è la storia con protagonisti gli Eterni (Jack Kirby nel 1976), supereroi vicini alle divinità creati da Arishem il Giudice, il capo dei Celestiali hanno il compito di proteggere la Terra dai Devianti.

Dopo aver sconfitto i Devianti molti anni prima dei nostri giorni, gli Eterni si sono mimetizzati tra gli esseri umani. I fatti di Avergers: Endgame però , hanno riportato in vita i Devianti mettendo di nuovo in pericolo il mondo.

Gli Eterni quindi devono riunirsi per fronteggiare il ritorno dei Devianti, e comprendere una volta per tutte il ruolo affidatogli dai Celestiali migliaia di anni prima.

Eternals - Devianti
Deviante

Eternals : Un racconto coraggioso tra mito e leggenda

Il premio oscar alla regia Chloé Zhao (anche co-sceneggiatrice della pellicola), mette al centro della storia il percorso interiore che porta i protagonisti alla riscoperta della propria natura, e del loro rapporto con l’umanità e la vita.

Eternals è un racconto di coraggio, che attinge dale radici dei miti per raccontarci imprese straordinarie completamente differenti rispetto al cinecomic a cui Marvel ci ha abituati.

Chloe Zhao, ci narra una storia di unione,famiglia e sentimentale ramificandosi in sottotrame e macrotemi quali filosofia,attualità e teologia. Nonostante infatti non manchi l’azione (che è comunque di minor minutaggio rispetto ai precedenti film del franchise) e momenti divertenti tipici , è l’introspettività dei personaggi a farla da padrone.

Gli eterni

Una superba Angelina Jolie mostra in tutto il suo splendore. L’attrice statunitense interpreta Thena, un’inarrestabile guerriera nonché dea della guerra,dotata di innumerevoli poteri e di grande intelletto. Essa però è affetta da una sorta di malattia mentale che la dissocia dalla realtà mettendo spesso in pericolo se stessa e i compagni. Gilgamesh (Don Lee) stringe un forte legame con lei, quando decide di aiutarla ad affrontare ogni sua sofferenza.

Eternals_Thena

Nerl corso della storia quindi si ha modo di approfondire pensieri e tormenti di ogni personaggio come i segreti di Ajak (Salma Hayek),Sprite (Lia McHugh) e il suo perenne status di ragazzina, e la figura di Makkari intepretata da Lauren Ridloff (The Walking Dead) primo supereroe della storia del cinema sordomuto.

Eternals
Eternals_Kingo


Degli eterni fanno parte anche il carismatico Kingo di Kumail Nanjani, personaggio davvero bizzaro e divertente e il Dane Whitman di Kit Harington.

Quest’ultimo è sicuramente il personaggio meno sfruttato, ma che promette bene per il futuro quando lo vedremo nei panni di Black Knight. 

Sersi e Ikaris Eternals

Sersi (Gemma Chan) e Ikaris (Richard Madden), rappresentano il cuore della storia e anche protagonisti di una bellissima e tormentata storia d’amore. L’attrice britannica di origini cinesi è per noi la sorpresa assoluta della pellicola. Il suo personaggio è tridimensionale,introspettivo e dal potente fattore emozionale. Richard Madden non guasta con la sua rocciosa interpretazione di un eroe che ci ricorda davvero moltissimo ( ma proprio tanto) il personaggio di Superman.

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Fotografia esplosiva

Ben Davis confeziona una fotografia mai vista nei precedenti film marvel, con un effetto esplosivo e imponente. Sequenze di immagini mastodontiche e spettacolari. La volontà di raccontare sullo schermo una storia potente con al centro non dei “semplici” eroi, ma creature più vicine a divinità è forte e si vede .

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Eternals_Devianti

Tutto molto bello ma …

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Il film è senza dubbio di buona fattura. Regia,fotografia e sceneggiatura rendono onore al fumetto. Ma ci sono due punti per noi fondamentali che ci fanno storcere il naso:

Il ruolo, il minutaggio e le scelte fatte per il personaggio di Dane Whitman (Kit Harington). Sebbene abbiamo compreso la volontà della regista di “prendersi tutto il suo tempo” per introdurci ogni personaggio, ci aspettavamo di almeno intravedere il cavaliere nero del fumetto.

Altro punto sicuramente di discussione per noi è un antagonista quasi invisibile, marginale che sembra mai incidere davvero nella storia. Tutto questo forse anche complice la scelta di dedicare alle sequenze di azione davvero un minutaggio misero in confronto alla durata totale del film.

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Commento finale

Eternals è racconto corale, un cinecomic complesso e inedito, che la Zhao dirige portando con coraggio la sua visione del fumetto.

Eternals è una stratificazione di racconti, dalla durata di ben due ore e mezza caratterizzato da intrighi,inganni e rivelazioni. L’MCU scommette coraggiosamente svelando una zona inedita dell’universo Marvel, portando sul grande schermo personaggi quasi sconosciuti al grande pubblico (e a quello dei fumetti).

Non ci sentiamo di dire che il film sia uno dei migliori , ma sicuramente è qualcosa che vuole andare oltre il solito film di supereroi e che ci incuriosisce in vista di possibili film futuri.

Copia di IL NOSTRO VOTO - ETERNALS : LA RECENSIONE 61

Progetto senza titolo - Morbius : La recensione 62
Morbius : La recensione

Morbius è un film del 2022 diretto da Daniel Espinosa.

La pellicola è l’adattamento cinematografico dei fumetti Marvel creati da Roy Thomas e Gil Kane con protagonista Morbius. Esso è tra gli antagonisti dell’Uomo Ragno, di Blade e del Ghost Rider, ed è qui interpretato da Jared Leto. Inoltre è il terzo film del cosiddetto Sony’s Spider-Man Universe dopo Venom del 2018 e il suo sequel del 2021.

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Dr Morbius in una scena del film
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Quando il 13 gennaio 2020 fu pubblicato il primo trailer del film , fu accolto con grande entusiasmo dai fan della Marvel. L’idea di un film con un personaggio più cupo e lontano dalle caratteristiche a cui la Marvel ci ha abituato, aveva suscitato grande curiosità. Inoltre le prime immagini con un Jared Leto in perfetta forma (per chi non lo sappia l’attore ha 50 anni) avevano generato grande hype.

Trama, chi è Michael Morbius

Morbius, è la storia di Michael Morbius, un ragazzino cresciuto in ospedale a causa delle continue terapie che ha dovuto ricevere per una rara malattia del sangue. Qui fa la conoscenza di Lucien, al quale da il soprannome “Milo”.

Anni dopo, Michael è un dottore di successo, e riceve il premio Nobel per l’invenzione del sangue artificiale, un prodotto sintetico capace di salvare numerose vite. Parallelamente alla sua gloriosa carriera, Michael sfrutta la sua conoscenza medica e i mezzi messi a disposizione per le sue ricerche, per effettuare esperimenti illegali sui pipistrelli nel tentativo di trovare una cura definitiva alla sua malattia nonostante la sua collega Martine sia contraria.

Tali esperimenti sovvenzionati anche dalle risorse economiche dell’amico Lucien danno una svolta alla vita di Michael, quando in seguito all’assunzione di una cura ricavata dal sangue di pipistrello, acquisisce incredibili poteri che invertono momentaneamente il processo della malattia. Infatti per evitare l’involuzione dei poteri , deve nutrirsi di sangue.

Morbius è un film che sembra non entrare mai nel vivo …

Come in ogni “primo film”, anche Morbius è un film che racconta la genesi del personaggio. Ciò che però fa storcere il naso è il senso di incompletezza della trama.

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Dr. Michael Morbius (Jared Leto) durante i suoi esperimenti.
Morbius Lucien
Lucien

Il film anche dopo averci mostrato il background di Michael, non decolla , non possiede un vero climax, terminando in uno scontato scontro vampiro buono-vampiro cattivo con protagonisti Michael e l’amico di sempre Lucien.

Il tutto ha un sapore di “già visto” dove è impossibile non pensare subito (ad esempio) allo scontro Peter Parker/Spiderman vs Harry Osborn/Goblin , ulteriore punto negativo di una storia priva di profondità.

Fotografia, audio ed effetti speciali

Morbius Scia

Sebbene le tante pecche, Morbius può vantare un buon comparto tecnico con una buona fotografica, audio e bei effetti speciali. Vederlo al cinema ci ha permesso di poter apprezzare a pieno i combattimenti , che sono probabilmente ciò che di più ci ha divertito.

La CGI non è la migliore mai vista in un film Marvel ma, tenendo conto della difficoltà che può essere quella di mostrare la velocità di movimento quando Michael balza da un avversario all’altro, possiamo dire che il risultato finale è godibile. Infatti non ci sono dispiaciute le sequenze in slow-motion quando il protagonista aggredisce ferocemente lasciando dietro di se la sua scia caratterizzata dai colori elettrici.

Morbius balzo

Commento finale

Insomma, questa volta Sony forse ha giocato un po’ sporco, utilizzando frasi e immagini nel trailer che nel film non sono presenti. Inoltre anche le scene post-credits sebbene promettono evoluzioni più interessanti di quelle viste in questa prima apparizione del vampiro vivente, risultano leggermente buttate a caso. In fin dei conti Leto ci regala una buona performance, con un personaggio che può sicuramente funzionare in un contesto fatto di scelte più accattivanti.

Purtroppo per l’attore ancora una volta (vedi Joker in Suicide Squad) non è aiutato dalle scelte in regia penalizzando di fatto il lavoro svolto.

Il voto finale quindi non sorride , raggiungendo a stento la sufficienza con un film senza infamia e senza lode, nella speranza di qualcosa di meglio nel sequel.

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Progetto senza titolo 6 - THE BATMAN 2022 66
THE BATMAN 2022

Quando nel 2012 si concluse la trilogia del Batman di Nolan, mai nessuno avrebbe osato immaginare che qualcuno avrebbe potuto avere il coraggio di riproporre il cavaliere oscuro sul grande schermo. Oggi siamo lieti di parlavi del nuovo adattamento: The Batman.

Come è nato “The Batman”

Dopo che nel febbraio 2017 Ben Affleck rinuncia al ruolo di Batman, Matt Reeves viene incaricato come regista e sceneggiatore il mese successivo, sconvolgendo completamente la storia prevista,proponendo un Batman più giovane. Pochi mesi Warner Bros annuncia Robert Pattinson per l’interpretazione di una nuova versione del personaggio, completamente slegato da qualsiasi vista prima. A completare il cast poi , Zoe Kravitz , Colin Farrell , Paul Dano , Jeffrey Wright , John Turturro e Andy Serkis sono rispettivamente Catwoman,Pinguino, L’Enigmista, Gordon, Carmine Falcone e Alfred.

il cast di The Batman
Partendo da in alto a dx Falcone,Bruce Wayne,Gordon,Pinguino,Enigmista,Catwoman e Alfred Pennyworth

La trama

Nella notte di Halloween, il sindaco di Gotham City Don Mitchell Jr. viene brutalmente assassinato da un serial killer soprannominato l’Enigmista. Batman affianca il tenente James Gordon,  il quale scopre che l’assassino ha lasciato un messaggio proprio per il vigilante mascherato. Il nostro eroe oltre all’arduo compito di fermare il folle criminale, dovrà farsi largo tra i dissensi del dipartimento.

Come anticipato nel nostro articolo precedente (clicca qui per leggere), la storia è ambientato su Terra2 , e racconta il secondo anno di Bruce Wayne nei panni del crociato incappucciato attingendo pienamente dal mondo dei fumetti.

Enigmista in una scena del film

Se non hai ancora visto il film, guarda il trailer in basso

Una città spezzata per un uomo spezzato

The Batman non è solo un film di supereroi. Non è il Batman che abbiamo sempre visto e forse per molti non il Batman che si aspettavano/volevano. In questa nuova versione, Reeves mostra tutte le debolezze del supereroe uomo. Bruce Wayne non è (almeno non ancora) il playboy filantropo che tutti conosciamo. Egli è un uomo alienato, tormentato, che non ha più fiducia nel prossimo. Nemmeno nel suo amico paterno Alfred, che come dice il protagonista stesso , non è suo padre. Bruce è un uomo spezzato, spezzato come la città che cerca di salvare mentre cerca di salvare anche se stesso. Come Clark Kent è la maschera di Superman, Bruce Wayne altro non è che la maschera di Batman. Perché la chiave di volta della storia è proprio in questo passo.

Robert Pattinson è Bruce Wayne

Sebbene il Batman al suo secondo anno sia un eccellente detective (perché si, finalmente vediamo la sua principale caratteristica) e abile combattente, è allo stesso tempo un supereroe ancora insicuro oltre che un uomo accecato dal dolore che usa la vendetta e la paura come sue armi.

Robert Pattinson mette in scena il cavaliere oscuro più vero che si sia mai visto, in una Gotham putrida,cupa, gotica ma futuristica che fa da sfondo per una fotografia eccellente, immersiva e spettacolare.

Una fotografia spettacolare fa da sfondo a The Batman

La perfetta gestione del cast

Lo ammettiamo. Quando abbiamo saputo della contemporanea presenza di Catwoman,Nigma,Falcone e Pinguino, abbiamo temuto il rischio minestrone. E invece, anche qui il regista de Il pianeta delle scimmie, ha dimostrato non solo di saperci fare, ma anche di sapere cosa stava facendo. Ogni personaggio ha il giusto minutaggio e le giuste scene, che permettono allo spettatore di centrare l’importanza e la rilevanza dei personaggi nella storia. A nostro avviso il cast si è rivelato davvero preparato e perfettamente collaudato regalando una performance accattivante, degna dei personaggi iconici che hanno rappresentato.

L’Enigmista

Matt Reeves Says The Batman Is the Dark Knights Scariest - THE BATMAN 2022 67

La scelta delle atmosfere noir e del poliziesco collocano il personaggio interpretato da Paul Dano nella schiera dei villain e serial killer del cinema più crudi e sofisticati di sempre. Un mix tra il serial killer Zodiac di David Fincher e il terrorista Unabomber, che mette a dura prova le capacità di Batman. Un’interpretazione grandiosa che convince e da ulteriore conferma della bravura ed ecletticità di Dano.

Falcone e Pinguino

Ad affiancare il serial killer un bellissimo Carmine Falcone degno dei gangster movie e di un inaspettato e irriconoscibile Colin Farrell nei panni di Pinguino. Quest’ultimo costituisce la miglior controparte del personaggio mai portata al cinema (non ce ne voglia Danny DeVito), che con l’aspetto che ricorda perfettamente quello dei fumetti e della trilogia di giochi di Rocksteady, è per noi la piacevolissima scoperta del film. Personaggio che ricordiamo, vedremo in uno spin-off a lui dedicato.

Pinguino

Catwoman

Per molti anni l’icona della gatta ladra è stata associata alla bellissima Michelle Pfeiffer, interprete di Catwoman nel Batman di Tim Burton. Eppure quando abbiamo visto Zoe Kravitz, abbiamo pensato che non esistono altre catwoman che tengano (non ce ne voglia questa volta Anne Hathaway). Come in Batman: Hush”, la sinuosa e ambigua Cats si mostra fedele partner sia sul campo di battaglia sia in amore. Il duo Pattinson/Kravitz funziona alla grande dando finalmente giustizia alla love story dei fumetti.

Gordon

Finalmente vediamo un Gordon sicuro, determinato e spalla perfetta di Batman. Tra gli scetticismi generali anche Jeffrey Wright ( Westworld ) , si rivela perfetto nel ruolo del tenente Gordon, che compromette la sua posizione pur di scovare il marciume che devasta i poteri della città, includendo il cavaliere oscuro nelle indagini.

Colonna Sonora

La stupenda versione della batmobile
La batmobile

Se da enormi poteri derivano grandi responsabilità, da un enorme regia derivano grandi musiche. La regia di Reeves originale e narrativamente perfetta è accompagnata in tutto il film dalla colonna sonora cupa di Micheal Giacchino. Il compositore italo-statunitense sceglie un tono in sintonia con il personaggio sottolineando lo stato cupo e degradante che attornia l’eroe. Tra le tante musiche che fanno da sottofondo, abbiamo amato profondamente l’arrangiamento di Something In The Way dei Nirvana che mai abbiamo sentito così bene in un film.

Commento finale

Non vogliamo fare paragoni, perché non si possono fare , ne ce n’è bisogno, ma sicuramente questo The Batman è un grande Batman. Ogni scelta del regista è giusta, partendo dai criticatissimi 175 min, che a nostro avviso non pesano, non sono diluiti ma anzi distribuiscono in maniera giusta tutto il racconto. I dialoghi sono sempre fedeli ai personaggi e i combattimenti sono di sicuro i migliori mai visti sul pipistrello, che attingono pienamente dai combattimenti della saga di videogiochi Arkham e che fanno sentire ogni colpo.

“Il miglior adattamento cinematografico del fumetto di Batman?” SI.

“Il miglior film su un supereroe in chiave realistica?” Sicuramente tra i primi.

Insomma The Batman è goduria per i fan del genere ed è una possibile piacevole scoperta per chi ci si avvicina per la prima volta. Se queste sono le premesse, guardiamo al futuro della trilogia con grande fiducia ed entusiasmo. E se per Batman la parola è “Giustizia”, per noi è PROMOSSO.

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