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CYBERPUNK EDGERUNNERS [2022]: Ancora Night City, ancora una storia di Cyberpunk

Cyberpunk Edgerunners – La serie spinoff

Ormai è ben nota la vicenda che ha visto il tortuoso cammino di CD Projekt con il suo chiacchieratissimo Cyberpunk 2077 . A distanza di quasi 2 anni dalla pubblicazione del gioco, il pubblico si è diviso tra consensi e dissensi, ma è indubbio che ambientazioni e fascino della storia siano di elevata fattura e probabilmente è su questo che Netflix e la software house polacca hanno deciso di puntare.

La serie animata che ricalca il design tipico dei cartoni animati anni 90, è stata distribuita il 13 settembre 2022 e prodotta dallo studio giapponese Trigger.

Perdere tutto …

David Martinez, vive con la madre, che lavora forsennatamente ogni giorno per poter pagare la retta dell’Arasaka Academy , scuola che frequenta il figlio. David è uno studente brillante, ma dall’animo ribelle, dettaglio non trascurabile e che lo rende diverso e non compatibile con il mondo delle corporazioni.

Per un fatale incidente, in seguito ad una folle sparatoria tra bande in strada, Gloria (madre di David) finisce in ospedale in gravissime condizioni. Dopo che David viene bullizzato da Katsuo suo compagno di classe nonché figlio di Tanaka dirigente dell’Arasaka e poi espulso dall’Accademia; Egli viene a conoscenza della triste scomparsa della madre, avvenuta per mancanza di sufficiente denaro per pagarne le cure.

Cyberpunk Edgerunners
La scena in cui David va dal RipperDoc per farsi impiantare il Sandevistan

In preda alla sete di vendetta, di rabbia e desideroso di affermarsi in mondo così folle e crudele fa visita al proprio RipperDoc di fiducia e decide di farsi impiantare un Sandevistan di tipo militare trovato a casa nascosto da Gloria.

Il Ripperdoc però lo avvisa: Il Sandevistan è tanto potente quanto pericoloso per il corpo e la mente. Inizia così un lungo adrenalinico, sanguinoso e incredibile viaggio per le strade di Night City.

Se non avete ancora visto la serie e non volete incappare in spoiler, vi invito a guardare il trailer in basso e di procedere alla lettura solamente una volta terminata la visione.

Essere Cyberpunk

Essere Cyberpunk , è l’obbiettivo principale di David ed è il tema a cui ruota l’incipit della serie , dove mostra il protagonista alle prese con i primi utilizzi del Sandevistan che gli garantisce nei primi episodi l’ingresso nel gruppo di Cyber-mercenari guidati da Maine, carismatico e leader assoluto.

La serie, che mantiene un minutaggio per episodio in linea con la maggior parte dei prodotti di animazione (20′ circa), ha un ritmo scorrevole scandito da battute sopra le righe e scene d’azione davvero ben caratterizzate che ripropongono (anche grazie alla nota colonna sonora del videogame da cui è tratta) tutte vibes vissute dai videogiocatori nei panni di V.

Personaggi, influenze e Studio Trigger

In una città così ben caratterizzata come quella già amata in Cyberpunk 2077 che è Night City, bisognava necessariamente inserire nella storia personaggi carismatici e sopra le righe. David Martinez è un protagonista azzeccato, in linea con le caratteristiche principali dell’eroe, un ragazzo che per carattere, sogni e speranze è in sintonia con i ragazzi di oggi.

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David e il suo gruppo

Ad affiancarlo nel suo viaggio, ci sono i componenti del suo gruppo Maine, Lucy, Kiwi,Rebecca, Dorio e Falco. Con eccezione di Maine e Lucy gli altri personaggi del gruppo sono abbandonati un po’ a se stessi durante l’andamento della serie, lasciandogli qualche battutina qua e là tanto da farli sembrare tappabuchi per momenti morti, sebbene tra questi nel finale vi sono alcuni essenziali per lo snodo della trama.

Maine e Lucy infatti sono maggiormente caratterizzati forse aiutati dal ruolo che ricoprono nella storia in quanto rispettivamente mentore e flirt del protagonista. Maine è un personaggio molto ispirato, che raccoglie tutti gli elementi del cyberpunk, una via di mezzo tra Terminator e Batou, sebbene non riesce a scalare l’altissima vetta dell’iconicità di questi personaggi che rappresentano l’essenza di questa tipologia.

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Lucy

Lucy è senza dubbio il personaggio enigmatico e complesso. L’estetica è da urlo e quando Edgerunners si ribella ai limiti di Netflix ed entra nel Cyberpunk puro la mostra in tutte le sue forme senza però dimenticare l’impatto emotivo e la potenza espressiva del suo volto. L’interessante dualismo di donna indipendente e forte e donna fragile e desiderosa di essere compresa e amata è una delle caratteristiche migliori e che più ha avuto impatto sulla storia.

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Rebecca ispiratissima da Harley Queen di Margot Robbie

Una piccola curiosità è su Rebecca , personaggio che sembra fortemente ispirato a quello di Harley Queen di Margot Robbie, ma che nonostante sia veramente simpatica risulta un personaggio spesso piatto e poco costruttivo per la trama.

Abbiamo citato Batou, personaggio iconico di Ghost in the Shell serie da cui Trigger Studio (scelta azzeccatissima quella di Netflix) probabilmente ha preso spunto per disegni e humor (anche se GOS era molto più cupa) insieme ad altre serie del genere come Cyber City Oedo 808, Ergo Proxy e Psycho-Pass e Akira (David pare fortemente ispirato a Kaneda). Sebbene la serie sia scorrevole, tratti temi quali differenze sociali, violenza,distopia e nel totale funziona e piace, lascia la sensazione di manchevolezza per divenire un cult come lo sono state serie precedenti del genere.

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Faraday

L’andamento di Edgerunners è lineare: Dopo essere partita col botto, sale mano mano per preparare lo spettatore ad un finale da capogiro, ma che incredibilmente delude. Lo scontro finale tra David e il leggendario Cyber-criminale al servizio di Faraday (anch’egli nel totale non molto incisivo) non rispetta le aspettative forse per favorire una probabilmente giusta e coerente fine del protagonista.

Nulla da dire invece sull’impatto emotivo della storyline di David e Lucy che regalano emozionanti momenti da subito sino alle battute finali, quando Lucy grazie all’ultimo gesto d’amore di David riesce a coronare il suo sogno di andare sulla Luna.

E sulle note speciali di I Really Want to Stay at Your House vediamo forse la scena più toccante nonché punto emozionale più alto della serie, con Lucy che guardando il sole, rivede i momenti passati nella sua BD con David.

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Commento finale

Cyberpunk Edgerunners è stata la mossa più azzeccata di CD Project riuscendo ad ottenere un incremento delle vendite e del numero di videogiocatori di Cyberpunk 2077 proprio grazie all’uscita su Netflix della serie spin-off del gioco.

Al netto di alcune imperfezioni, e di personaggi che nonostante siano un tantino trascurati risultano nel complesso riusciti, la serie – apprezzatissima anche da volti noti come Hideo Kojima – riesce a fare breccia, soprattutto nel cuore di chi ha già amato la storia di V e Johnny Silverhand.

Nel complesso è una serie animata godibilissima e meritevole di ulteriori sviluppi, che con l’enorme potenziale dell’universo del franchise e della futuristica città Night City può durare negli anni oltre che puntare molto in alto.

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Resident Evil Infinite Darkness clip - Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo 8
Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo

 RESIDENT EVIL: Infinite Darkness,[2] è una serie di animazione in CGI[3] basata sul franchise Resident Evil di Capcom. La serie vede protagonisti i personaggi principali del videogioco Resident Evil 2Leon S. Kennedy e Claire Redfield.[4]

Prodotta da TMS Entertainment e animata da Quebico,[5] Infinite Darkness è uscita l’8 luglio 2021 in anteprima su Netflix [Wikipedia]

La serie racconta gli avvenimenti frapposti cronologicamente tra il gioco di RE4 e RE5.
Ma avranno fatto un buon lavoro TMS Entertainment e Quebico?

Facciamo un breve recap : Raccoon City

Infinite Darkness
Resident Evil 2 Remake - Guida al platino – GamesHelp
RE2 Remake PS4

29 settembre 1998 – Raccoon City, la città cade nel panico in seguito ad un incidente causato nei laboratori della Umbrella Corporation.

Numerosi mostri mutanti e zombi vanno in cerca di prede umane.

Claire Redfield (sorella di Chris Redfield, uno dei protagonisti del primo Resident Evil, venuta a cercarlo in città) e Leon Scott Kennedy, un neo poliziotto assegnato alla locale stazione di polizia, la R.P.D. (Raccoon City Police Department), al suo primo (che fortuna) giorno di lavoro.

Nell’autunno del 2004. Leon Scott Kennedy, è ora un agente governativo incaricato di indagare sul rapimento di Ashley Graham, figlia del presidente degli Stati Uniti d’America.

Secondo l’intelligence, Ashley è stata deportata in Spagna, e gli indizi portano al villaggio rurale di El Pueblo. Per confermare la notizia ed evitare imboscate, i servizi segreti decidono di inviare sul posto un solo agente: Leon Scott Kennedy, agente speciale che gode della stima del presidente.

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2006 Infinite Darkness breve introduzione della storia in streaming su Netflix

Dopo gli avvenimenti di El Pueblo, in seguito ad un attacco informatico alla Casa Bianca; il presidente richiama il suo fidato (a cui deve tutto dopo avergli riportata sana e salva la figlia) Leon Kennedy al quale ordina di indagare sull’accaduto. Arrivato alla Casa Bianca Leon deve subito far fronte ad un misterioso attacco il quale diffonde il virus T nella struttura. Scampato il pericolo Leon incontra Claire che, nel frattempo indaga sugli avvenimenti di Panemstan il quale pare abbia portato al suicidio un’intera squadra di soldati tornati dal posto anni prima.

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L’unico sopravvissuto della squadra è Jason definito “Eroe di Panemstan“, il quale però appare subito ambiguo agli occhi di Leon.

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Regia e sceneggiatura

La trama di Resident Evil Infinite Darkness è ben definita, riuscendo a collocare in maniera corretta i personaggi e le loro storie. Mi è parso evidente che la scelta di rilasciare soltanto 4 episodi sia per dare al pubblico un assaggio, un modo per la produzione di tastare il terreno per programmare una serie (mi auguro) più profonda e più longeva.

I flashback inseriti tuttavia non riescono a raccontare chiaramente il background dei personaggi introdotti, mentre è davvero ottima l’atmosfera che si crea durante l’investigazione portata da Claire. I dialoghi sono ben strutturati rendendo piacevole la visione della serie senza momenti di noia.

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Leon e Jason in una scena della serie

C’è da dire però mentre in Resident Evil: Vendetta (2017) abbiamo apprezzato sequenze mozzafiato con inseguimenti,sparatorie e combattimenti all’ultimo sangue, questo ha messo da parte la spettacolarità incentrando la storia sul dialogo, gli intrighi e le atmosfere cupe rendendo il prodotto un thriller a sfondo horror.

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Claire sulla scena del delitto

Montaggio

Essendo una serie prodotta completamente in CGI, per gli amanti della saga CAPCOM è un po’ come tornare a casa. La qualità della grafica è sicuramente notevole, riprendendo quanto fatto con i film precedenti del franchising e cercando di sfruttarlo a pieno. Proprio su questo punto mi sento di muovere una piccola critica: Considerando che l’ultimo film risale a qualche annetto fa, mi sarei aspettato un miglioramento in alcune movenze e alcune espressioni dei personaggi che invece sembrano rimaste sullo stesso livello, che resta comunque di prima fattura.

Il design e le ambientazioni sono come sempre in perfetta sincronia con quelli del videogioco, il tutto accompagnato da una buona colonna sonora.

Conclusioni

Resident Evil: Infinite Darkness è senza dubbio uno dei prodotti più attesi dal pubblico amante del genere e della saga videoludica. La serie mantiene un ottimo livello , ma troppo breve con i soli 4 episodi per essere giudicata in maniera definitiva.

In attesa di ulteriori episodi possiamo concludere dicendo che questa serie animata è una buona trasposizione seriale della saga horror più amata e conosciuta al mondo, se dovessi dare un voto scolastico, direi RIMANDATA .

IL NOSTRO VOTO 1 - Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo 19
- Superman Red Son 20
Superman Red Son
Commento e analisi su Superman Red Son - Superman Red Son 21

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Superman: Red Son è tratto dalla miniserie a fumetti scritta da Mark Millar e disegnata da Dave Johnson e Kilian Plunkett, pubblicata dalla DC Comics nel 2003 sotto l’etichetta Elseworlds in tre albi formato “prestige”.

La storia scritta dallo sceneggiatore scozzese parte da una premessa :

«e se l’astronave che trasportava Superman fosse precipitata in Unione Sovietica?».

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Tale presupposto viene ideato ponendo per assurdo che la rotazione della terra muovesse nella posizione di atterraggio previsto dall’astronave di Kal-El facendolo quindi atterrare in Ucraina anziché in Kansas.

Superman quindi lotta per non per l’American Way , ma per il socialismo e l’espansione globale del Patto di Varsavia mostrando il superuomo in un punto di vista del tutto inedito.

Facciamo un riassunto della storia …

Cronologicamente siamo quindi nel 1950 e l’Unione Sovietica

rivela al mondo la presenza di Superman, sconvolgendo gli equilibri della guerra fredda e della corsa agli armamenti.

Egli viene descritto da tutti come “il campione degli operai” che lotta per portare avanti la battaglia per Stalin.

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Un Superuomo hitleristico

Tralasciando l’aspetto supereroistico della storia,

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è interessante come vengono descritti periodi e personaggi storici.

Le emozioni contrastanti che turbano il superuomo sono metaforicamente tangibili ,ponendolo costantemente dinanzi alla scelta di seguire il cammino in difesa degli ideali che animano Stalin (uomo di grande potere dell’URSS) o il cuore (che in pian piano avrà la meglio).

Gli eventi sono posti quindi in un periodo di regime totalitario dove coloro che non credono negli ideali sovietici , vengono costretti a lavorare fino alla fine dei loro giorni in miniere, lobotomizzati o in casi estremi uccisi.

Una visione del mondo hitleristico ,dispotico che disorienta lo spettatore quando vede il suo idolo trasformarsi da paladino a carnefice e dittatore.

Il segreto dell’unicità dell’opera di Millar è proprio nello stravolgimento di Superman , che è così determinato nel “stabilire la pace” nel resto del mondo che trova sollievo persino nel fatto che non vi sia nessuna donna a fargli compagnia , in modo da non avere distrazioni.

Superman difensore dei deboli e dei diversi ?

Sebbene sin da sempre Superman è difensore dei deboli e dei diversi in Red Son viene accentuata l’identità aliena e le doti irraggiungibili da qualsiasi terrestre, che paradossalmente contraddice il principio di uguaglianza su cui pone le basi il comunismo.
Inoltre nonostante venga definito un soldato speciale al servizio dell’Unione Sovietica in più occasioni evidenzia il fatto di fare ciò che ritiene giusto e opportuno e non esclusivamente ciò che beneficia gli interessi russi, come si vede verso la fine del racconto in cui sceglie di salvare anche i cittadini americani.

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Capovolgimento di fronte

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In una storia di stravolgimenti ovviamente non poteva mancare la nemesi di Superman , Lex Luthor che paradossalmente nell’intento di sconfiggere Superman diventa difensore dei buoni.

L’autore pero’ ci prende gusto e per rendere ancor di più l’idea ci mostra altri personaggi della DC anch’essi consequenzialmente cambiati da questo affascinante “What If“.

Superman: Red Son - Movies on Google Play

Infatti tra i vari spiccano Wonder Woman che sostiene Superman per poi ricredersi dopo aver visto i metodi totalitari di quest ultimo;

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Batman che nella storia è figlio di due dissidenti uccisi e che desideroso di vendetta quindi diventa un terrorista anarchico

e Bizzarro che in quanto clone di Superman non può che farci pensare ad analogie con il film Superman IV.

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Una scena di Superman IV
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Bizzaro in una scena di Superman Red Son

L’ucronia generata dal what if è stata adattata in maniera eccellente nel 2020 dal regista Sam Liu che è riuscito nel difficilissimo compito di raccontare il fumetto con le sue tematiche storico-politiche e mature.

Sebbene Red Son ne mantiene il “core” pero’, come spesso accade ci sono leggere modifiche agli avvenimenti raccontati nel fumetto danno un tocco moderno alla storia e i suoi personaggi.

Spicca infatti l’orientamento sessuale di Wonder Woman che alla proposta di fidanzamento di Superman comunista risponde “Sono nata in un mondo di sole donne … capisci cosa intendo?”.

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Altro aspetto very strong del racconto è la voglia di denuncia che nel racconto viene mosso nei confronti degli USA civiltà costruita da immigrati ridotti in schiavitù e per una realtà che si contrappone al tanto osannato “Sogno Americano“.

Un tema attualissimo dopo le orrende vicende che hanno scatenato il movimento Black Lives Matter , tema calcato molto nel fumetto.

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Tirando le somme , Superman Red Son riesce a rendere chiaro il concetto che anche un Superuomo , messo al servizio di un regime totalitario , diventa privo di identità (a rafforzare ciò il simbolo comunista al posto della S).

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fonte: www.jedanews.com

Altra lettura sottile della storia è il ruolo dei mass media che sin da sempre sono ciò che muove le folle,che descrivono come liberatore degli oppressi il futuro Superman cupo e terrificante.

Commento finale

Nonostante il grande lavoro di tutto il cast, l’inserimento di troppi personaggi finisce per costringere gli autori a trovare espedienti narrativi non eccellenti, dovuti molto probabilmente all’esigenza di dare una conclusione alle sotto-trame sviluppate per i personaggi secondari che però risultano infine scelte frettolose.

I disegni del lungometraggio sono in linea con i precedenti sull’Uomo d’acciaio,ma ben lontani dal fumetto molto più accattivante(in basso potete ammirare alcuni tratti),ma resta a parer nostro una degna trasposizione cinematografica dell’opera originale che riesce nel suo intento.

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„So che dopo la mia morte sulla mia tomba sarà deposta molta immondizia. Ma il vento della storia la disperderà senza pietà.“ —  Stalin

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Lupin the IIIrd – La bugia di Mine Fujiko
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locandina del film

Titolo originale Lupin the IIIrd – La bugia di Fujiko Mine
Paese Giappone
Anno 2019
Durata58 min
Genere animazione
Lingua originale giapponese
Regia Takeshi_Koike
SceneggiaturaYūya Takahashi
ProduttoreYū Kiyozono
Casa di produzioneTMS Entertainment
MusicheJames Shimoji
Character designTakeshi Koike
AnimatoriTakeshi Koike

Una Fujiko inedita …

Lupin The Third – La bugia di Mine Fujiko è il terzo film del manga diretto da Takeshi Koike con protagonista Fujiko ed è posto cronologicamente dopo Lupin III – La lapide di Jigen Daisuke (2014)Lupin the IIIrd – Ishikawa Goemon getto di sangue (2017) . Tutti e tre i capitoli riprendono lo stile della serie del 2012 Lupin the Third – La donna chiamata Fujiko Mine.

Lo charme: un modo di ottenere come risposta un sì senza aver formulato nessuna chiara domanda.

(Albert Camus)

Fujiko

La trama

Dopo il furto di una cospicua somma di denaro dal conto della Godfrey Mining, Fujiko dovrà scappare dal loro killer Bincam insieme al piccolo Gene, il figlio della persona che ha rubato i soldi, il quale è l’unico che conosce come recuperarli.
Ma Bincam non è un nemico qualunque : Egli possiede misteriosi poteri. Fuggire non sarà semplice,nonostante Lupin e Jigen si uniranno alla donna in una sfida all’ultimo sangue.

Il lungometraggio di casa TMS Entertainment ci mostra Fujiko in “versione mamma” la quale deve proteggere il piccolo Gene , in pericolo e ricercato dal sicario Bincam che lavora per la grande multinazionale Godfrey Mining.

La trama è lineare , semplice e prevedibile come gli autori della serie ci hanno abituati. Ma nonostante questo è un lungometraggio che traccia una storia più seria e dai tratti più adulti, rendendolo godibile grazie anche ad una buona regia.

Buona anche la sceneggiatura con dialoghi maturi, un montaggio come sempre di grande fattura con scene di combattimento e sequenze in movimento riuscite (ma del resto di cosa parliamo , il Giappone è pioniere del settore).

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Fujiko madre per amore di un figlio o per amore del denaro?

Fujiko
Fujiko con Gene in una scena del film

Nelle sequenze iniziali il regista ci mostra una Fujiko inedita in versione mamma che si prende cura di Gene il figlio dell’autore del furto e apparentemente amante della donna. Come in ogni sua apparizione anche qui Fujiko non è chiara nelle sue intenzioni lasciando il dubbio allo spettatore sull’autenticità dell’amore materno che nutre per il piccolo.

La mia personale lettura in tal senso è che Fujiko è realmente affezionata al piccolo Gene, ma non rinuncerebbe mai alla sua vita dettata dal lusso,la passione per il denaro e il brivido dell’avventura. Per tale motivo la donna non sceglie di abbandonare tutto per lui. Questo ovviamente potrebbe essere anche una furba scelta degli autori per non porre fine alla storia di un personaggio che mai potrebbe mancare in una avventura di Lupin.

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Bincam in una scena del film durante l’utilizzo dei suoi misteriosi poteri.

Chi è Bincam

Bincam è il villain del film , un uomo che viene sfruttato come Killer dalla Godfrey Mining per risolvere scomode faccende. La sua particolarità è il suo misterioso potere che lo rendono invincibile e in grado di soggiogare chiunque lui voglia con l’uso di una sostanza particolare che sprigiona dopo aver ingerito delle particolari spore. Nonostante sia così pericoloso (e privo di umanità) inspiegabilmente è sotto il controllo della multinazionale e i motivi non vengono mai esplicitati nel film.

Bincam è un villain ben caratterizzato, ed è un vero peccato che all’interno della trama non sia stato sfruttato a pieno. Il mio auspicio è che in futuro possa essere utilizzato meglio approfondendo la sua storia in un ulteriore film.

La violenza della donna è nel suo fascino.
(Jean-Jacques Rousseau)

Fujiko

Il fascino come arma …

Da sempre il personaggio di Fujiko è amato dai fan della serie, e anche chi non ha mai visto un solo episodio dei ladri più famosi del mondo conosce la bellezza dell’amore mancato di Lupin.

In questo lungometraggio Koike vuole mettere in risalto tutte le armi letali che la donna può sfruttare a proprio favore in situazioni di pericolo e ci riesce bene dando un pizzico di romanticismo e di fascino alla storia. “La violenza della donna è il fascino” e infatti Fujiko sfrutta il suo fascino e la sua bellezza per sfuggire dalla morte certa per mano di Bincam.

Allo stesso tempo Fujiko vede nel villain l’umanità che lui stesso crede di non avere :

Guarirò il tuo cuore arido (Fujiko Mine)

Con queste parole Fujiko dona la pace a Bincam dopo avergli fatto sentire le emozioni dell’amore e della passione che un uomo può provare dinanzi ad una donna dimostrando l’umanità che si cela dietro il volto diabolico del villain.

Fujiko e Bincam
Fujiko mostra a Bincam le sue debolezze

Commento finale

Lupin the IIIrd – La bugia di Mine Fujiko riesce a portare in alto un franchise completamente rinnovato con disegni moderni e più reali e con dialoghi,tematiche e scene adulte e più serie lontane dal lato comico a cui ci aveva abituati. La colonna sonora è un evergreen che non poteva mancare, mentre la direzione del doppiaggio è perfetta che a sua volta mantiene le voci storiche.

Fujiko e Lupin

“Tu riesci a far ballare noi uomini come vuoi ,sopra un palco scenico di nome “Mine Fujiko”

~ 𝑳𝒖𝒑𝒊𝒏 𝑻𝒉𝒆 𝑰𝑰𝑰𝑹𝑫

IL NOSTRO VOTO 3 - Lupin the IIIrd - La bugia di Mine Fujiko 42
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Death Note : Recensione della pietra miliare dell’animazione

“Il mondo fa schifo, e se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti. E io… con questo quaderno posso far sì che ciò avvenga. Il problema è…la mia mente reggerà?”

~ Light Yagami

Nell’ Ottobre del 2006 veniva trasmesso in anteprima mondiale in Giappone🇯🇵 l’anime di Death Note. L’adattamento del manga di Tsugumi Oba e Takeshi Obata si puo’ considerare senza dubbi una delle pietre miliari dell’animazione giapponese e uno degli anime più famosi di sempre. Dall’opera originale sono stati tratti numerosi film,serie,videogiochi e ogni tipo di gadget.

Ma cosa rende, Death Note così unico da essere ancora osannato dal pubblico?

Death Note
Ryuk e Light Yagami

Trama

Light Yagami è uno studente modello, annoiato e stufo di vivere in una società pervasa da crimini e corruzione. La sua vita cambia notevolmente quando un giorno trova un misterioso quaderno nero, intitolato “Death Note“.

Death Note regole

“L’umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.”

Inizialmente scettico, Light prova il quaderno scrivendo i nomi di due criminali, rimanendone stupito dall’autenticità dei poteri. Successivamente il vero proprietario del Death Note, un dio della morte di nome Ryuk si mostra al ragazzo, il quale lo avverte delle conseguenze derivanti dall’utilizzo del quaderno. Decide quindi di usarlo per estirpare il male e diventare il “Dio del nuovo mondo“. Tuttavia, il notevole aumento di casi di criminali deceduti in maniera inspiegabile, attira l’attenzione dell’Interpol che chiede aiuto ad un singolare,giovane e abilissimo detective privato conosciuto come Elle.

Death Note - L
Elle

Un capolavoro senza tempo, facciamo un po’ di analisi

tokyofinal 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 44

Uno dei punti di forza del manga è la contemporaneità dell’opera giapponese ,che nonostante gli anni resta attuale grazie ai temi quali la violenza, la morale e il concetto di giustizia.

Infatti Light critica lo stato, il quale secondo il ragazzo è incapace di mettere fine a questo mondo fatto di violenza e criminalità.

Ascolta Ryuk: io costruirò un mondo ideale totalmente privo di criminali […]

Light Yagami

Ma è corretto “farsi giustizia” ?

Ovviamente farsi giustizia è sbagliato ed anche punibile, eppure come spesso accade guardando un film, noi siamo dalla parte del protagonista. Perché? Beh perché siamo consapevoli che spesso la giustizia è lenta,vincolata da una serie di regolamentazioni e procedure che impiegano troppo tempo per arrivare ad una giusta (spesso non soddisfacente) pena.

Inoltre le leggi secondo alcuni filosofi non seguono il principio di giustizia , perché esse sono pur sempre ideate dall’uomo e quindi fallibili. Ma che s’intende per principio di giustizia?

Il filosofo Kant diceva :

“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente… Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.”

Immanuel Kant

Il principio di giustizia è la percezione del giusto regolamentato dalla legge morale che vive in noi. Secondo alcuni studi, un bambino di soli 10 mesi riconosce come gesto positivo un personaggio che viene raffigurato intento ad aiutarne un altro.

Allora perché Light nonostante possa riconoscere che è giusto lasciar combattere il crimine alla legge, cede alla tentazione di ricorrere al death note?

Questo è la domanda che personalmente mi sono posto continuamente durante la visione e a cui ho provato a rispondere:

Light Yagami è un ragazzo che ha una vita perfetta.

  • Ha una famiglia che lo stima e lo ama
  • È uno studente modello, nonché ragazzo dall’aspetto fisico invidiabile
  • Può riconoscere nel padre un modello perfetto da seguire nonché persona da stimare in quanto rispettatissimo ufficiale di polizia

Essendo un ragazzo molto sicuro dei mezzi e dalla infinita voglia di mostrare la sua superiorità decide di usare il quaderno per mostrare a tutti come creare un mondo migliore.

La sua decisione ha però uno scopo molto più profondo e infimo, e lo rivela lui stesso nell’episodio 4, “Inseguimento“:

Ascolta Ryuk: io costruirò un mondo ideale totalmente privo di criminali … dopo di che intendo dominarlo a lungo come un dio.

Light Yagami
La mia conclusione è che Light come tanti altri uomini cede alla sete di potere diventando così carnefice e non tanto diverso dalle sue vittime.

I numerosi riferimenti cristiani

  • La croce : Presente nel logo e nelle copertine dei volumi del manga
DeNos 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 45
  • La mela : Frutto del peccato per eccellenza, nel manga è il frutto preferito da Ryuk che in quanto dio del morte allunga la propria esistenza sommando gli anni che restavano da vivere alle vittime del quaderno. Inoltre Light che appare con la mela in mano sia nella sigla che nelle scene in cui ciba lo shinigami, rappresenta metaforicamente Adamo che secondo la famosa storia voleva elevarsi al livello di Dio fino a credere di averne la stessa consapevolezza di bene e male per poi finire rovinosamente. (Questa teoria però fu smentita dall’autore del manga)
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  • La scena in cui Elle asciuga i piedi a Light, poco prima di essere ucciso,sembra essere un chiaro riferimento alla lavanda dei piedi di Gesù agli apostoli, in particolare a Giuda in qualità di traditore, il giorno prima della morte.
misora pieta plagiarism 7367 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 49

Perché Death Note è perfetto

Ciò che ha reso perfetto Death Note è la sua semplicità nel raccontare una storia che racchiude concetti complessi, oltre a descrivere e rappresentare con estrema precisione ogni dettaglio e sfumatura dei personaggi. Oltre al carismatico protagonista e il suo shinigami infatti, anche gli altri personaggi sono ben raccontati come ad esempio il particolarissimo Elle, Watari, Soichiro Yagami uomo all’antica e dal forte senso morale, Naomi Misora e la bellissima Misa (che ricorda molto per ingenuità e caratteristiche fisiche l’amatissima super criminale Harley Quinn🖤❤️).

Perché è amatissimo in Italia

In Italia tra l’altro è particolarmente amato grazie ad un doppiaggio di ottima fattura della serie animata (di 37 episodi) trasmessa per la prima volta su MTv nel 2008 e ora disponibile sulla piattaforma Netflix.

Nel cast italiano infatti possiamo ritrovare Flavio Aquilone (Light Yagami) e Alessandro Rossi (Ryuk) che vantano un curriculum notevole grazie ad aver prestato la loro voce ad attori famosi nel mondo quali Tom Felton (Harry Potter su tutti),Zac Efron(ricorderemo High School Musical),Ezra Miller(Royal Plains,Suicide Squad) e tanti altri (per Flavio Aquilone), e Liam Neeson(Taken ad esempio), Arnold Schwarzenegger (Tra cui ‘Atto di Forza’), Samuel L. Jackson , il carismatico personaggio di Batou (Ghost in the Shell) e tantissimi altri (per Alessandro Rossi).

Conclusioni

Che dire, Death Note è un prodotto che va visto indipendentemente dal gusto personale. Una storia che abbraccia concetti sempre attuali,che invita a riflettere e che trascina lo spettatore in un vortice di pensieri ed emozioni contrastanti che spingono al limite anche l’integrità delle persone più insospettabili.

Tutt’oggi aspettiamo ancora una serie animata degna del suo livello.

IL NOSTRO VOTO 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 52
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La differenze tra me e te sta semplicemente negli occhi

~Ryuk
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Lupin the IIIrd – La lapide di Jigen Daisuke
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Titolo originale Lupin the IIIrd – La lapide di Jigen Daisuke
Paese Giappone
Anno 2014
Durata51 min
Genere animazioneazionepoliziesco
Lingua originale giapponese
Rapporto 1,78:1
Regia Takeshi_Koike
SceneggiaturaYūya Takahashi
ProduttoreYū Kiyozono
Casa di produzioneTMS Entertainment
MusicheJay Wadley
Character designTakeshi Koike
AnimatoriTakeshi Koike

Un’attesa lunga sei anni :”Ah Lupin quanto ci hai fatto aspettare”…

LUPIN THE IIIRD – La lapide di Jigen Daisuke è un film d’animazione di genere azione/poliziesco diretto da Takeshi Koike, con la sceneggiatura di Yūya Takahashi e musiche di Jay Wadley con protagonisti Lupin e gli altri personaggi creati da Monkey Punch.

Lupin The IIIRD_Yael
Il sicario Yael Okuzaki in una scena del film

Abbiamo dovuto attendere sei anni per vedere in italia i film d’animazione (saranno pubblicate le recensioni nei prossimi giorni) che hanno visto un notevole restyling del mitico ladro gentiluomo e compagni.

“ Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto. ”

CLINT EASTWOOD – Joe lo straniero

Lupin The IIIRD_Jigen
Jigen Daisuke in una scena del film

Una trama scorrevole …

La trama risulta scorrevole e rispetta la solita struttura delle avventure del ladro gentiluomo e pare svolgersi temporalmente prima delle serie animate.

Il film inizia con la solita pianificazione di un grosso colpo, il quale consiste nel furto di una “Piccola Cometa” custodita nelle fittizia nazione della Dorea dell’Est.

A complicare le cose è Yael, un sicario e abilissimo cecchino dalla mira infallibile che ha la fama di costruire le lapide delle proprie vittime ancor prima di averle eliminate. Come sempre non manca Fujiko che nel tentativo fallito di un colpo resta prigioniera nel club che anche rifugio del killer.

Lupin The IIIRD_Fujiko

Senza giri di parole l’intreccio funziona: il colpo , il killer che insegue Jigen e Lupin che cerca di salvare il suo amico e la donna di cui è innamorato. Particolare è la scelta di estromettere completamente i soliti siparietti tra Lupin e ZaZà ,di non inserire nella storia Goemon (forse perché non ancora fedele amico dei due ladri) e di relegare un ruolo marginale alla bella Fujiko – che per la gioia dei fan è messa a nudo dai suoi rapitori – per concentrare la storia sullo scontro Yael-Jigen.

Minutaggio ridotto per un vero e proprio film: Scelta voluta ?

Lupin the Third – La lapide di Jigen Daisuke può definirsi in via più generale un lungometraggio anziché un vero e proprio film data la sua durata di 51 minuti.

Ma questa è una scelta voluta ? Secondo me si : Il regista ha voluto dare la sensazione di assistere ad un lungo episodio diviso i 2 parti . La trama come già accennato è abbastanza scorrevole e non particolarmente impegnativa. Nonostante i personaggi sono ben caratterizzati, non sono approfonditi da sequenze introspettive lasciando stati d’animo e sentimenti per concentrare l’intero racconto sull’azione.

Yale e Jigen - Lupin The IIIRD
Yale e Jigen in una bellissima sequenza di standoff

Koike riesce comunque a rendere la pellicola una produzione animata dai toni più maturi dando anche un seguito alla serie animata del 2012 (La donna chiamata Fujiko Mine) peccando soltanto nel non regalarci un degno background dei personaggi (in particolar modo del villain) .

Un comparto tecnico magistrale per questo nuovo Lupin …

La casa di produzione riesce a mettere in piedi un film d’animazione di eccellente fattura.

La regia pone una struttura che funziona , il design dei personaggi dà un tocco di freschezza all’anime riuscendo a modernizzare il look dei protagonisti mantenendo le caratteristiche che hanno contraddistinto da sempre quest’ultimi con disegni degni di una produzione di altissimo e primissimo livello.

Lupin a sto giro guida un Alfa Romeo 2000 GTV da urlo ,alfa_Lupin THE IIIRD

mentre Fujiko è più in forma che mai con un look da sexy biker che farebbe impazzire anche Cristiano Malgioglio.

Lupin THE IIIRD_Fujiko

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Le ambientazioni suggestive sono davvero belle da vedere , con colori che si sposano benissimo con i vestiti dei personaggi curati nel minimo dettaglio accompagnati dalle musiche di Jay Wadley che riprendono perfettamente la storica sigla che tutti amiamo.

Commento finale

Non ci sono dubbi: Lupin The IIIRD – La lapide di Jigen Daisuke non ha punti deboli e ci fa tornare finalmente bambini, ma con la consapevolezza dei dialoghi maturi e avvincenti che solo Lupin e Fujiko potrebbero regalarci in un film anime che non ha timore di farci diventare finalmente grandi !

Se il film ti è piaciuto, consigliamo anche Lupin The Third – La bugia di Fujiko Mine, del quale abbiamo parlato in un’altra recensione.

Lupin THE IIIRD - Lupin e Jigen

“ Infondo siamo solamente un ladro e un pistolero … Giusto? ”
~ Lupin III e Jigen Daisuke

IL NOSTRO VOTO 4 - Lupin the IIIrd - La lapide di Jigen Daisuke 57