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CYBERPUNK EDGERUNNERS [2022]: Ancora Night City, ancora una storia di Cyberpunk

Cyberpunk Edgerunners – La serie spinoff

Ormai è ben nota la vicenda che ha visto il tortuoso cammino di CD Projekt con il suo chiacchieratissimo Cyberpunk 2077 . A distanza di quasi 2 anni dalla pubblicazione del gioco, il pubblico si è diviso tra consensi e dissensi, ma è indubbio che ambientazioni e fascino della storia siano di elevata fattura e probabilmente è su questo che Netflix e la software house polacca hanno deciso di puntare.

La serie animata che ricalca il design tipico dei cartoni animati anni 90, è stata distribuita il 13 settembre 2022 e prodotta dallo studio giapponese Trigger.

Perdere tutto …

David Martinez, vive con la madre, che lavora forsennatamente ogni giorno per poter pagare la retta dell’Arasaka Academy , scuola che frequenta il figlio. David è uno studente brillante, ma dall’animo ribelle, dettaglio non trascurabile e che lo rende diverso e non compatibile con il mondo delle corporazioni.

Per un fatale incidente, in seguito ad una folle sparatoria tra bande in strada, Gloria (madre di David) finisce in ospedale in gravissime condizioni. Dopo che David viene bullizzato da Katsuo suo compagno di classe nonché figlio di Tanaka dirigente dell’Arasaka e poi espulso dall’Accademia; Egli viene a conoscenza della triste scomparsa della madre, avvenuta per mancanza di sufficiente denaro per pagarne le cure.

Cyberpunk Edgerunners
La scena in cui David va dal RipperDoc per farsi impiantare il Sandevistan

In preda alla sete di vendetta, di rabbia e desideroso di affermarsi in mondo così folle e crudele fa visita al proprio RipperDoc di fiducia e decide di farsi impiantare un Sandevistan di tipo militare trovato a casa nascosto da Gloria.

Il Ripperdoc però lo avvisa: Il Sandevistan è tanto potente quanto pericoloso per il corpo e la mente. Inizia così un lungo adrenalinico, sanguinoso e incredibile viaggio per le strade di Night City.

Se non avete ancora visto la serie e non volete incappare in spoiler, vi invito a guardare il trailer in basso e di procedere alla lettura solamente una volta terminata la visione.

Essere Cyberpunk

Essere Cyberpunk , è l’obbiettivo principale di David ed è il tema a cui ruota l’incipit della serie , dove mostra il protagonista alle prese con i primi utilizzi del Sandevistan che gli garantisce nei primi episodi l’ingresso nel gruppo di Cyber-mercenari guidati da Maine, carismatico e leader assoluto.

La serie, che mantiene un minutaggio per episodio in linea con la maggior parte dei prodotti di animazione (20′ circa), ha un ritmo scorrevole scandito da battute sopra le righe e scene d’azione davvero ben caratterizzate che ripropongono (anche grazie alla nota colonna sonora del videogame da cui è tratta) tutte vibes vissute dai videogiocatori nei panni di V.

Personaggi, influenze e Studio Trigger

In una città così ben caratterizzata come quella già amata in Cyberpunk 2077 che è Night City, bisognava necessariamente inserire nella storia personaggi carismatici e sopra le righe. David Martinez è un protagonista azzeccato, in linea con le caratteristiche principali dell’eroe, un ragazzo che per carattere, sogni e speranze è in sintonia con i ragazzi di oggi.

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David e il suo gruppo

Ad affiancarlo nel suo viaggio, ci sono i componenti del suo gruppo Maine, Lucy, Kiwi,Rebecca, Dorio e Falco. Con eccezione di Maine e Lucy gli altri personaggi del gruppo sono abbandonati un po’ a se stessi durante l’andamento della serie, lasciandogli qualche battutina qua e là tanto da farli sembrare tappabuchi per momenti morti, sebbene tra questi nel finale vi sono alcuni essenziali per lo snodo della trama.

Maine e Lucy infatti sono maggiormente caratterizzati forse aiutati dal ruolo che ricoprono nella storia in quanto rispettivamente mentore e flirt del protagonista. Maine è un personaggio molto ispirato, che raccoglie tutti gli elementi del cyberpunk, una via di mezzo tra Terminator e Batou, sebbene non riesce a scalare l’altissima vetta dell’iconicità di questi personaggi che rappresentano l’essenza di questa tipologia.

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Lucy

Lucy è senza dubbio il personaggio enigmatico e complesso. L’estetica è da urlo e quando Edgerunners si ribella ai limiti di Netflix ed entra nel Cyberpunk puro la mostra in tutte le sue forme senza però dimenticare l’impatto emotivo e la potenza espressiva del suo volto. L’interessante dualismo di donna indipendente e forte e donna fragile e desiderosa di essere compresa e amata è una delle caratteristiche migliori e che più ha avuto impatto sulla storia.

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Rebecca ispiratissima da Harley Queen di Margot Robbie

Una piccola curiosità è su Rebecca , personaggio che sembra fortemente ispirato a quello di Harley Queen di Margot Robbie, ma che nonostante sia veramente simpatica risulta un personaggio spesso piatto e poco costruttivo per la trama.

Abbiamo citato Batou, personaggio iconico di Ghost in the Shell serie da cui Trigger Studio (scelta azzeccatissima quella di Netflix) probabilmente ha preso spunto per disegni e humor (anche se GOS era molto più cupa) insieme ad altre serie del genere come Cyber City Oedo 808, Ergo Proxy e Psycho-Pass e Akira (David pare fortemente ispirato a Kaneda). Sebbene la serie sia scorrevole, tratti temi quali differenze sociali, violenza,distopia e nel totale funziona e piace, lascia la sensazione di manchevolezza per divenire un cult come lo sono state serie precedenti del genere.

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Faraday

L’andamento di Edgerunners è lineare: Dopo essere partita col botto, sale mano mano per preparare lo spettatore ad un finale da capogiro, ma che incredibilmente delude. Lo scontro finale tra David e il leggendario Cyber-criminale al servizio di Faraday (anch’egli nel totale non molto incisivo) non rispetta le aspettative forse per favorire una probabilmente giusta e coerente fine del protagonista.

Nulla da dire invece sull’impatto emotivo della storyline di David e Lucy che regalano emozionanti momenti da subito sino alle battute finali, quando Lucy grazie all’ultimo gesto d’amore di David riesce a coronare il suo sogno di andare sulla Luna.

E sulle note speciali di I Really Want to Stay at Your House vediamo forse la scena più toccante nonché punto emozionale più alto della serie, con Lucy che guardando il sole, rivede i momenti passati nella sua BD con David.

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Commento finale

Cyberpunk Edgerunners è stata la mossa più azzeccata di CD Project riuscendo ad ottenere un incremento delle vendite e del numero di videogiocatori di Cyberpunk 2077 proprio grazie all’uscita su Netflix della serie spin-off del gioco.

Al netto di alcune imperfezioni, e di personaggi che nonostante siano un tantino trascurati risultano nel complesso riusciti, la serie – apprezzatissima anche da volti noti come Hideo Kojima – riesce a fare breccia, soprattutto nel cuore di chi ha già amato la storia di V e Johnny Silverhand.

Nel complesso è una serie animata godibilissima e meritevole di ulteriori sviluppi, che con l’enorme potenziale dell’universo del franchise e della futuristica città Night City può durare negli anni oltre che puntare molto in alto.

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The Northman (2022) – La recensione

Il tuo destino è segnato e non puoi sfuggirgli

The Northman è un film del 2022 diretto da Robert Eggers, autore anche della sceneggiatura insieme allo scrittore e poeta islandese Sjón.

La vicenda è ambientata in Islanda nel X secolo, ed ha come protagonista Alexander Skarsgård nel ruolo di Amleth (personaggio della Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, più famoso nel riadattamento di Shakespeare nella sua omonima tragedia), il quale intraprende un viaggio di sacrificio e sangue nel tentativo di vendicare il padre assassinato.

Una storia di sangue, fango, vendetta e destini …

Robert Eggers dopo i suoi riuscitissimi The Witch (2015) e The Lighthouse (2019) arriva per la prima volta al cinema con una grande ed aspettatissima produzione. Infatti se i primi due lungometraggi sono costati rispettivamente 4 e 11 milioni, The Northman ha avuto un costo tra i 70 e i 90 milioni di dollari.

Il regista e scenografico statunitense mostra ancora una volta la sua originalità e maniacale cura per i dettagli nel mettere in scena i suoi film. Il film uscito nelle sale il 22 aprile 2022 , è un’opera complessa, che riesce nel difficile compito di portare sullo schermo un contesto per nulla semplice ricco di simbolismi e da una forte componente magico-rituale , perfettamente coerente con l’epoca in cui la storia è ambientata nonostante non manchino alcuni immaginari fantastici dei nostri tempi.

The Northman

Il punto di forza di questa pellicola è senza alcun dubbio la sua accurata trasposizione della simbologia e delle ambientazioni, con una ricostruzione eccelsa dell’Islanda del X secolo e con una fotografia evocativa, davvero bella da vedere in tutta la sua spettacolarità.

Ancora una volta Eggers pone l’accento sulla storicità delle vicende riproponendo per certi versi quanto visto nel riuscitissimo ed originalissimo horror The Witch, dove gli atti dei processi alle streghe arricchiscono la trama attraverso i dialoghi dei personaggi. Nonostante però la forte storicità della pellicola, questa volta il regista mette in risalto la violenza, la crudeltà e la voglia di vendetta e di sangue del suo protagonista.

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Alexander Skarsgård nel ruolo del protagonista Amleth

Meno potenza emozionale, più potenza fisica …

The Northman a differenza delle altre opere del regista mostra i muscoli nel vero senso della parola, con la componente emozionale che lascia spazio alla crudeltà e alle sanguinolente gesta del protagonista che percorre tutta la sua vita con il solo obbiettivo di vendicare la morte di suo padre Re Aurvandill, ucciso per mano del suo fratellastro voglioso di prendere il suo posto.

Le sequenze d’azione, realizzate con camera singola, sono dall’impatto visivo devastante, grazie anche all’interpretazione ottima di Alexander Skarsgård in tutta la sua imponente forma fisica.

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La figura femminile nella tradizione norrena

Come in opere simili (vedi GOT), e come vuole la tradizione norrena, le donne sono il fulcro della storia. Infatti nella tradizione norrena, la donna è la figura che guida del destino, che con le proprie gesta pone dinanzi all’uomo un fato ineluttabile. Il destino, che in The Northman pare inizialmente essere tema centrale con Amleth che sin da bambino accetta perseguendolo fino in fondo, si dimostra infine un mero espediente per sottolineare la vita degli uomini sospesi tra magia,mito e sacro.

The Northman
Un cast notevole

Nicole Kidman e dell’attrice feticcio Anya Taylor-Joy, vanno a costituire insieme a Ethan Hawke e Willem Dafoe (sebbene quest’ultimi presenti in poche scene) un cast impeccabile. Le due attrici rispettivamente nei ruoli di regina Gudrún e Olga sono coloro che alimentano la storia con interpretazioni davvero notevoli e a mio parere superiori nel complesso allo stesso protagonista che anche per il ruolo che ricopre svolge un lavoro molto più fisico che prettamente recitativo.

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Nicole Kidman nei panni di regina Gudrún

L’attrice australiana nei panni della regina, inscena un personaggio enigmatico che nonostante viene fuori sul finire del film non è meno rilevante, grazie ad una rappresentazione perfetta. La regina è la trasposizione evocativa delle figure femminili tragiche e alla maternità, vaporizzando però ogni luogo comune affine con una maestria unica.

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Anya Taylor-Joy invece è co-protagonista della pellicola interpretando Olga, una maga che anche se ridotta in schiavitù è rappresentata dal regista come una donna libera, potente, sfacciata e magnetica. Il suo personaggio è similare a quello di Thomasin (The Witch) da lei interpretato in precedenza, grazie al suo alone di mistero e magia. Olga sarà colei che farà conoscere l’amore al protagonista , dandogli anche le ultime forze per compiere il suo destino.

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Anche se in una brevissima apparizione, la cantautrice, compositrice, produttrice discografica, attrice e attivista islandese Björk interpreta l’oracolo in una sequenza di immagini che racchiudono perfettamente l’immaginifico e mitologico mondo norreno.

Commento finale

The Northman è un film evocativo,dalla forte caratterizzazione storica norrena e dal grande impatto visivo. Eggers questa volta reprime la sua forte predisposizione ai racconti a lui più congeniali, per rendere l’opera fruibile ad un pubblico più ampio. Egli mette in scena l’epica scandinava, ma dalla sua prospettiva attenta e minuziosa grazie anche alla collaborazione dell’archeologo Neil Price, specializzato in epoca vichinga.

Il risultato finale è quello di una storia di violenza, affetti perduti e vendette, simbolismi e sacralità a metà tra Conan il barbaro e Vikings. Una pellicola di ottima fattura e raffinatezza, ma che evince il senso di insoddisfazione del suo creatore più a suo agio nei racconti prettamente storici, dando allo spettatore l’impressione che manchi comunque qualcosa e di non essere riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.

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la recensione 1 - Halo : La serie TV (2022)- La recensione 15
Halo : La serie TV (2022)- La recensione

Halo è una serie televisiva statunitense non canonica di fantascienza militare sviluppata da Kyle Killen e Steven Kane per il servizio di streaming Paramount+, basata sull’omonimo franchise di videogiochi Halo.

È prodotto da Amblin Television343 IndustriesShowtime, One Big Picture e Chapter Eleven e racconta un conflitto del 26º secolo tra la United Nations Space Command (UNSC) e le razze aliene facente parte dell’alleanza Covenant in una linea temporale denominata “Silver Timeline”.

Halo locandina

Halo: Il cast

Il cast principale è composto da Pablo Schreiber (“American Gods”) nel ruolo del super soldato Master ChiefNatascha McElhone (“Californication”) nei panni della dottoressa Halsey, mente brillante, donna tormentata che ha creato i super soldati Spartan e Jen Taylor nei panni di Cortana, l’IA più avanzata nella storia umana che potrebbe essere determinante per il futuro della razza umana.

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Trama

Come nei videogiochi il protagonista delle serie è John-117 alias Master Chief, soldato scelto facente parte del gruppo Spartan, a sua volta parte dell’United Nations Space Command. La storia si concentrerà in particolare nel 26° secolo durante un conflitto tra uomini e i Covenant.

L’azione spettacolare, l’avventura alla scoperta di numerosi e diversi pianeti si intreccerà con emozioni,storie personali,dubbi esistenziali e la visione incredibile del futuro dell’universo.

Una stagione che getta le basi per il futuro …

La prima stagione di Halo, è stata per mio modo di vedere un modo per sondare il terreno e cercare di comprendere quanto l’universo del franchise potesse piacere non solo ai fan più scatenati , ma piuttosto ai neofiti della lore.

La produzione sin dall’inizio ha ribadito la volontà di non voler seguire passo passo la storia originale, inserendo anche personaggi nuovi non canonici per rendere la serie fruibile quanto più possibile al pubblico.

Questa scelta è condivisibile, ma come facile pensare è anche altamente discutibile dai fan che invece dopo anni di attesa vedono il “loro Halo” sfumare in qualcosa di completamente slegato da tutto ciò che concerne la vastissima e interessantissima lore.

Personaggi a volte lasciati un po’ a caso …

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Kwan Ha e Soren in Halo episodio 7

In questa prima stagione facciamo conoscenza di alcuni personaggi secondari quali Kwan-Ha, Soren e uno degli antagonisti Vinsher Grath soppressore del movimento insurrezionalista su Madrigal. Le loro storie vengono introdotte nei primi episodi per poi averne uno dedicato in cui si vede i primi due scontrarsi con Vinsher. Complice forse i pochi episodi a disposizione gli avvenimenti di questi personaggi vengono raccontati in maniera superficiale risultando quasi una sotto trama filler. Un vero peccato dato soprattutto lo spessore dell’interpretazione di Burn Gorman nei panni del politico soppressore.

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Decisamente positive le interpretazioni di Natascha McElhone e Charlie Murphy

Come in ogni show vi è sempre almeno una regina. In questa prima stagione la nostra regina è senza dubbio Charlie Murphy nei panni di Makee. La Murphy inscena un personaggio ambiguo e dallo sguardo magnetico, un umana e membro dei Covenant rapita da bambina e cresciuta con la razza aliena, mandata in incognito per recuperare le keystones.

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Anche Natascha McElhone che interpreta la Dott.ssa Halsey, ha convinto con la sua performance borderline di un personaggio stratificato e caratterizzato da innumerevoli sfumature che spingono lo spettatore a domandarsi se ogni sua scelta sia giusta.

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Non male anche la parte restante del cast che si comporta bene e riesce a caratterizzare bene i personaggi. Tra tutti, ci auguriamo di vedere con più spazio personaggi come quello di Miranda Keyes, interpretata da Olive Gray e gli altri spartan.

Casco si, casco no …

Tra le scelte più chiacchierate è stata sicuramente la scelta dei produttori di mostrare per la prima volta il volto del protagonista John-117 alias Master Chief, qui interpretato da un ottimo Pablo Schreiber.

Pablo Schreiber - Halo : La serie TV (2022)- La recensione 21

Siamo agli inizi dell’episodio pilota, quando dopo aver salvato Kwan-Ha dal suo pianeta natale in balia dell’invasione covenant, John durante un confronto con la diffidente ragazza, si mostra per la prima volta al mondo senza l’iconico casco.

Sebbene però la scelta abbia avuto qualche critica, ha un forte fondamento: “L’aspetto umano“.

I videogiocatori della saga di Halo sanno perfettamente il carattere granitico di Master Chief. Il suo personaggio è sempre mostrato determinato, e spinto dall’incontrollata e forte volontà di compiere il suo destino, ovvero non deludere chi vede in lui l’unica speranza per l’umanità. Umanità che sia Chief sia gli altri Spartan, hanno dovuto rinunciare diventato perfette e imbattibili macchine da guerra.

Partendo da questo presupposto i creatori della serie hanno voluto incentrare la storia sulla volontà del protagonista di ritrovare l’umanità perduta attraverso un viaggio fisico e introspettivo che lo porterà alla conoscenza delle sue origini.

È facile capire quindi, che per permettere questo tipo di narrazione era necessario mostrare il volto dello spartan numero 117. Una storia che comunque si è dimostrata interessante, intervallata da sotto trame (che non sempre funzionano) e spettacolari combattimenti.

Forse bisognerà investire di più …

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scena tratta dal quinto episodio
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Combattimenti spettacolari, non ci sono dubbi. Le sequenze in prima persona che riprendono la visuale video ludica della saga, sono immersive catapultando lo spettatore nel campo di battaglia come nel gioco. I Covenant, in linea generali sono ben riprodotti, ma a stonare però è l’aspetto dei Sangheili, che a tratti sembrano quasi la caricatura della loro controparte video-ludica con movimenti un po’ goffi alla Rhino di Spiderman.

Certo la CGI ha qualche punto debole(con alcune scene in cui elementi come il fuoco, o i raggi laser delle armi potrebbero essere migliorati), ma nonostante tutto risulta gradevole ed entusiasmante.

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In questa scena un Phantom Covenant e l’iconico fucile sniper SRS99.

Non è solo un problema di CGI …

Per un budget molto importante ($ 200 milioni) ci si aspetta qualcosa di più. Oltre alla CGI a soffrire è anche la realizzazione delle armature e altri dettagli che rendendo la resa finale altalenante. Sebbene le armi sembrano ben definite e realistiche, alcune sezioni delle armature danno l’idea di plasticoso, con un visore che danno la sensazione di lente a basso costo per un risultato che per budget e risorse delude un po’.

Le ambientazioni

Per una storia action sci-fi come quella di Halo è fondamentale ricreare ambientazioni fedeli e quanto più futuristiche. Per fortuna in questo lo staff è riuscito perfettamente con la creazione dei pianeti e degli immensi spazi che incantano con una buona fotografia.

Commento finale

Halo è un adattamento che al netto di alcuni piccoli difetti funziona. La scelta di creare una nuova storyline ha dato ragione alla produzione, con una risposta più che positiva da parte del pubblico che già grida alla seconda stagione. Seconda stagione che potrebbe prendere innumerevoli strade, soprattutto grazie all’indipendenza dalla saga del videogame.

Questa nuova serie sci-fi non ha nulla da invidiare alle altre serie del genere, potendo contare sulla moltitudine di storie da poter raccontare e dalla fama e forza del franchise di Halo. Non ci resta che aspettare quale piega prenderà la prossima stagione e perché no , nel frattempo avvicinarsi o riavvicinarsi alla saga che ha fatto la storia di Microsoft.

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LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2)

Locke & Key è una serie televisiva statunitense, creata da Joe Hill e basata sull’omonima serie di comic book di Hill. La serie ha debuttato su Netflix il 7 febbraio 2020.

LOCKE & KEY
La copertina della nuova edizione del comic
Joe Hill - LOCKE & KEY
Joe Hill

Per chi non lo sapesse Joe Hill è il nome d’arte di Joseph Hillström King, o meglio il figlio di Stephen King. Basterebbe già soltanto questo per convincere gran parte degli amanti e conoscitori dei racconti horror e fantastici a guardare questa serie.

Dopo un’iniziale interessamento nel 2010 da parte di Fox e di Hulu nel 2017 per la realizzazine della serie, nel 2018 Netflix rompe le righe ordinandone la realizzazione per l’intera saga fumettistica.

Di cosa parla Locke & Key (trama e cast)

La storia di questa serie fantasy ruota attorno alla vita di tre fratelli, che dopo il macabro assassinio del padre, si trasferiscono nella sua casa di famiglia in Massachusetts, nella quale scoprono chiavi magiche che danno loro una vasta gamma di poteri e abilità. Quello che non sanno, però, è che anche un demone vuole le chiavi e non si fermerà davanti a nulla pur di ottenerle.

LOCKE & KEY casa
Villa Locke

A comporre il cast principale vi sono Connor Jessup, Emilia Jones, Jackson Robert Scott nei rispettivi panni dei tre fratelli Tyler,Kinsey e Bode Locke, mentre Darby Stanchfield nei panni della madre Nina Locke. A completare il cast ci sono Laysla De Oliveira(Dodge),Griffin Gluck(Gabe),Hallea Jones(Eden Hawkins),Aaron Ashmore(Duncan Locke),Brendan Hines(Josh Bennett dalla stagione 2) e Petrice Jones(Scot Cavendish).

La serie con la prima stagione ha guadagnato subito il consenso del pubblico. Su Rotten Tomatoes la prima stagione della serie ha ottenuto un punteggio di approvazione del 66% basato su 61 recensioni, con un punteggio medio di 6.58/10.

Locke & Key : Ambientazioni,effetti e fotografia …

Le ambientazioni sono abbastanza fedeli al fumetto. Villa Locke è praticamente identica, e i grandi spazi e la piccola cittadina di Lunenburg (piccola cittadina della Nuova Scozia,Canada) è lo sfondo perfetto per raccontarne le avventure.

LOCKE & KEY_Casa
LOCKE & KEY Dodge fumetto
Dodge nel fumetto
LOCKE & KEY Dodge Attrice
Dodge nella serie
LOCKE & KEY Bode
Bode

La caratteristica interessante della serie è certamente l’atmosfera a sfondo thriller/horror(ma senza esagerare) che avvolge le dinamiche della storia. Inoltre i temi quali la famiglia, amicizia, amore, lealtà e la metafora della crescita e maturazione dei ragazzi sono trattati in maniera intelligente rendendo la serie fruibile a tutte le persone indipendentemente dall’età.

I colori sono sempre al punto giusto, nel vestiario dei personaggi, nel colore delle case, il contrasto tra la neve con i giubbotti indossati dai protagonisti, il bagliore blu della magia , (e tanto altro) sono un vero piacere per gli occhi accompagnato da una interessante e ben congeniata fotografia che è la ciliegina sulla torta, merito soprattutto di un grande lavoro di luci e ombre del cast tecnico.

Che dire … Un impanto visivo davvero fantastico!

I sentimenti, gli affetti, i ricordi , la crescita e conoscenza personale

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Locke&Key non è solo magia e avventura fantasy, ma soprattutto una storia intensa dove è sempre percepibile il sentimento che pervade ogni personaggio.

I ricordi assumono un significato così importante da essere tangibili, in una storia che ci da una rappresentazione di essi davvero originale ed emozionante.

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AND THE AWARD OF BEST CHARACTER OF THIS SHOW GO TO …

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La scelta delle musiche …

Una vera chicca è la scelta delle musiche. Dal motivetto della sigla , alle musiche che accompagnano la suspense, sino alle grandi hit del mondo pop della musica. Locke & Key tra uno spavento, un’emozione e una risata ci fa anche … Ballare!

Un comparto sonoro davvero accattivante e accurato che rende ogni immagine, sequenza e avvenimento avvincente.

Ecco una playlist che raccoglie tutte le musiche delle prime 2 stagioni.

Vi invitiamo inoltre a seguirci per tanti altri articoli e recensioni in particolare seguiranno articoli di curiosita e analisi con spoiler della serie. - LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2) 48
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ARMY of The DEAD : Uno zombie movie innovativo dal sapore rétro

Se facessimo un film incentrato su una rapina, ma al posto della polizia, ci mettessimo degli Zombies ?

Army of the dead

Zack Snyder reinventa lo zombie movie

Army of the Dead è un film del 2021 diretto da Zack Snyder che narra le vicende di un gruppo di mercenari capitanato da Scott Ward(Dave Bautista) che viene assoldato per derubare un casinò all’interno di una Las Vegas in quarantena, nel mezzo di un’epidemia zombi.

Questa pellicola originale Netflix è un film che sfrutta le ambientazioni già note ovvero il mondo che deve far fronte allo scoppio di un virus che trasforma i morti in zombie.
L’idea originale di far sviluppare la storia all’inizio dell’epidemia quando i non morti sono intrappolati e controllati all’intero della ormai abbandonata Las Vegas, reinventa di fatto il classico zombie movie.

Nonostante la freschezza di questo prodotto, il regista impronta il film su uno stile rétro riprendendo alcune caratteristiche estetiche e atmosfere di film iconici come Essi vivono  (They Live) (1988) e Vampires (1998) di John Carpenter per citarne alcuni.

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Il cielo che fa da sfondo in Essi Vivono
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Una delle tante scene in cui Zack gioca con le luci del sole
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Vampires (1998)
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Locandina Army of the Dead

Il film presenta un plot davvero intrigante, ma dopo un’ottima introduzione della storia,dei personaggi (ben caratterizzati e davvero cazzuti) e di alcuni elementi interessanti, la storia finisce per svilupparsi in maniera scontata e frettolosa perdendo un po di mordente e cadendo in alcuni espedienti narrativi poco credibili. I dialoghi sono divertenti e piacevoli rendendo il film accattivante ,scorrevole e dai toni più action che horror.

La fotografia

La fotografia diretta sempre dal regista (all’esordio), è sublime: Gioco di luci e colori del cielo della città fanno da sfondo alle disavventure dei protagonisti.

Una Las Vegas versione pandemic davvero accattivante e spettacolare che si mostra una inedita, ma azzeccatissima location per un film sui non morti.

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Per rendere il film un apocalittico dal tocco anni 60’/80′ , Zack Snyder ha utilizzato una serie di lenti Canon Dream degli anni 60 acquistate anni prima su eBay, e prima dell’inizio delle riprese ha collaborato con RED Studios per la realizzazione di telecamere digitali che riuscissero ad abbinare quest’ultime.

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Montaggio ed effetti speciali

Le sequenze d’azione sono girate egregiamente e anche gli effetti speciali e il trucco dei mostri funziona.

Per il trucco sono stati ingaggiati 35 truccatori che hanno impiegato in media 6 ore al giorno per truccare e preparare le comparse nel ruolo degli zombie shambler.

Per velocizzare questo processo hanno poi creato delle protesi per personalizzare alcuni dei zombie che all’interno del film hanno ruoli o scene comprimarie come ad esempio la pelle e il volto di Zeus e la Regina.

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La regina
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Zeus capo dei zombie Alpha

La tigre ed il cavallo zombie

Per la creazione di Valentine , la tigre zombie hanno invece registrato i movimenti dell’animale per riproporlo al computer. L’aspetto della tigre zombie è nato da alcuni bozzetti che aveva ideato il regista, che insieme all’aiuto della troupe ha generato il lavoro finale.

Per una buona riuscita , a Zack è stato consigliato di utilizzare l’aspetto di una tigre bianca e di replicarne movimenti e dimensioni per rendere il più reale possibile l’animale.

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Valentine

Per il design e trucco del cavallo zombie sono state dipinte e scolpite a mano protesi di ossa e carne, applicate poi ad un vero cavallo dal nome Ace.

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Il cavallo zombie

Per tutti i dettagli sugli effetti speciali potete dare uno sguardo al mio articolo Army of The Dead : Curiosità e foto dal backstage dove ho raccolto e spiegato nel dettaglio tutti i lavori dei tecnici raccontati nel Backstage di Netflix.

Conclusioni

Army of The Dead è un prodotto valido, ma che lascia in me un senso di incompiutezza. Un film che mostra tutto il coraggio del suo creatore,che però pecca di frettolosità non approfondendo alcuni elementi narrativi che avrebbero potuto rendere perfetta questa pellicola che in ogni caso merita di essere vista.

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Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
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Titolo originale Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
Paese Stati Uniti d’America
Anno 2020
Durata109 min
Genere azione, fantascienza, commedia, avventura
Lingua originale inglese
Rapporto 2,39:1
Regia Cathy_Yan
SoggettoJordan B. Gorfinkel, Chuck Dixon, Greg Land (fumetto)
SceneggiaturaChristina Hodson
ProduttoreHans RitterWalter HamadaGeoff JeohnsDavid Ayer
Casa di produzioneWarner Bros., LuckyChap Entertainment, Kroll & Co. Entertainment, Clubhouse Pictures
DistribuzioneWarner Bros.
MontaggioJay Cassidy, Evan Schiff
Effetti specialiMark Hawker
FotografiaMatthew Libatique
CostumiErin Benach
TruccoCary Ayers, Michelle Miller, Nicole Sortillon Amos, Cale Thomas
MusicaDaniel Pemberton

Il Dc Universe si tinge di rosa

Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è un film del 2020 diretto da Cathy Yan.

Il film, l’ottavo del DC Extended Universe, è basato sul gruppo Birds of Prey dell’Universo DC ed è interpretato da Margot Robbie(già vista nei panni di HQ in Suicide Squad 2016), Mary Elizabeth Winstead(Gemini Man 2019), Jurnee Smollett-Bell(Lovecraft Country 2020), Rosie Perez(I morti non muoiono 2019), Chris Messina(Devil 2010) e Ewan McGregor (Doctor sleep 2019).

La pellicola ha vinto al Hollywood Critics Association 2020 i riconoscimenti di “Miglior attore non protagonista” e “Miglior regista” rispettivamente per le interpretazioni di Ewan McGregor e Cathy Yan.

Birds of Prey - HQ
Ora che ho tagliato i ponti con Mister J. sto scoprendo che un sacco di gente mi vuole morta…” [Harley Quinn]

Trama

Dopo gli eventi di suicide squad Harley e J hanno messo fine alla loro folle storia d’amore e si sono separati andando ognuno per la propria strada. La reginetta del crimine quindi ormai sola dà libero sfogo alla sua pazzia per cercare di allontanare la sofferenza procurata dal suo amato pagliaccio.

Quindi va in giro a fare danni a cose e persone, passa il tempo nel locale di copertura del boss Black Mask(Ewan McGregor) a bere e ballare con amiche,prende un piccolo appartamento e compra una iena come animale da compagnia (Si una Iena … ),il tutto godendo dell’immunità che ha in quanto donna del Joker. Tutto pero’ cambia quando in preda alla rabbia, per dimostrare di non essere dipendente dall’amore di J, fa esplodere la Ace Chemicals (luogo dove hanno dato inizio al loro amore) rendendo pubblica la loro rottura e attirando non poche attenzioni su di se.

A questo punto la voce gira e tutti i criminali a cui HQ ha fatto torti ora sono liberi di poterla uccidere perché non più donna del Joker.

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“Chiamami all’antica, ma per me è l’uomo che deve regalare un diamante alla donna.” [Harley Quinn]

La regista struttura una trama godibile lasciando spazio all’azione e alla comicità della protagonista anche se in molti tratti ingarbugliata rendendola molto confusionale. Il cast presenta attori di tutto rispetto anche se vengono volutamente (forse troppo) messi a parte per centralizzare tutte le attenzioni sulla protagonista per cavalcare l’onda della bellissima attrice australiana.

Le pecche della trama sono anche figlie di una sceneggiatura che non sfrutta a dovere un villain nel fumetto davvero cazzuto come Black Mask rendendolo anzi in alcuni momenti stupido e facilmente raggirabile da HQ.

Nonostante ciò è da sottolineare la grande interpretazione di Ewan McGregor nei panni del villain,anche se il Black Mass scelto per questo film è completamente diverso dall’amato Boss del fumetto,il quale è più imponente e cupo.

I dialoghi invece sono divertenti e rispecchiano alla perfezione l’humor e la follia della fiamma del joker regalando momenti di pura adrenalina e intrattenimento per gran parte del film.

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Margot Robbie in una scena del film

Effetti speciali , montaggio e costumi

Gli effetti speciali sono davvero super con uno stile che richiama quello dei fumetti e delle scene in stile Deadpool.

In particolare sono davvero belle le sequenze di Harley Quinn che assalta il distretto di polizia a suon di colpi multicolore che rappresenta per me uno dei momenti più belli della pellicola. I costumi sono anch’essi di ottima fattura , con una buona cura dei dettagli di ogni personaggio e con una perfetta trasposizione cinematografica di Harley e Black Mask.

Una scena che mostra tutta la bravura del cast del trucco e dei costumi è quella in cui vediamo HQ ballare e cantare come Marilyn Monroe. Infine un’ottima soundtrack list completa il comparto scenico.

Per il montaggio invece mi sento di penalizzare una (a mio avviso) pessima gestione dei volumi di musiche,voci e suoni ambientali. In molte sequenze infatti ho trovato davvero rumoroso il suono facendo fatica a comprendere i dialoghi sovrastati in gran parte da tutto il resto. Un vero peccato!

Commento finale

Birds of Prey si può definire la copia femminile del film Deadpool del regista Tim Miller.

Un racconto ironico,ricco di battute sarcastiche e narrato in prima persona dalla protagonista impersonata dalla bellissima Margot Robbie.

La trama è abbastanza lineare e semplice riuscendo a tenere alta la concentrazione grazie al ritmo adrenalinico ma pecca per alcuni espedienti davvero inverosimili.

Sotto l’aspetto tecnico la fotografia è davvero il punto forte grazie all’unione dei tantissimi colori di Harley Queen e le riprese spettacolari.

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Le scene in bullet-time rendono la pellicola spettacolare e avvincente con le sequenze dei combattimenti davvero divertenti ed elaborati (come la scema dell’intrusione nel dipartimento di polizia detta in precedenza).

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L’interpretazione della protagonista ha ampiamente soddisfatto le aspettative createsi dopo Suicide Squad , mentre le attrici di contorno si limitano a portare a casa il compitino.

Possibile sequel

Secondo un intervista fatta al regista , è possibile che in futuro Birds of Prey ritorni con un sequel con Poison Ivy come nuova compagna di avventure di Harley, staremo a vedere.

Che dire, Birds of Prey non sarà un film capolavoro, ma per gli amanti dell’universo Batman,del divertimento e per i fan di Margot Robbie vale la pena vedere questo prodotto targato Warner Bros.

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