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Morbius : La recensione

Morbius è un film del 2022 diretto da Daniel Espinosa.

La pellicola è l’adattamento cinematografico dei fumetti Marvel creati da Roy Thomas e Gil Kane con protagonista Morbius. Esso è tra gli antagonisti dell’Uomo Ragno, di Blade e del Ghost Rider, ed è qui interpretato da Jared Leto. Inoltre è il terzo film del cosiddetto Sony’s Spider-Man Universe dopo Venom del 2018 e il suo sequel del 2021.

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Dr Morbius in una scena del film
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Quando il 13 gennaio 2020 fu pubblicato il primo trailer del film , fu accolto con grande entusiasmo dai fan della Marvel. L’idea di un film con un personaggio più cupo e lontano dalle caratteristiche a cui la Marvel ci ha abituato, aveva suscitato grande curiosità. Inoltre le prime immagini con un Jared Leto in perfetta forma (per chi non lo sappia l’attore ha 50 anni) avevano generato grande hype.

Trama, chi è Michael Morbius

Morbius, è la storia di Michael Morbius, un ragazzino cresciuto in ospedale a causa delle continue terapie che ha dovuto ricevere per una rara malattia del sangue. Qui fa la conoscenza di Lucien, al quale da il soprannome “Milo”.

Anni dopo, Michael è un dottore di successo, e riceve il premio Nobel per l’invenzione del sangue artificiale, un prodotto sintetico capace di salvare numerose vite. Parallelamente alla sua gloriosa carriera, Michael sfrutta la sua conoscenza medica e i mezzi messi a disposizione per le sue ricerche, per effettuare esperimenti illegali sui pipistrelli nel tentativo di trovare una cura definitiva alla sua malattia nonostante la sua collega Martine sia contraria.

Tali esperimenti sovvenzionati anche dalle risorse economiche dell’amico Lucien danno una svolta alla vita di Michael, quando in seguito all’assunzione di una cura ricavata dal sangue di pipistrello, acquisisce incredibili poteri che invertono momentaneamente il processo della malattia. Infatti per evitare l’involuzione dei poteri , deve nutrirsi di sangue.

Morbius è un film che sembra non entrare mai nel vivo …

Come in ogni “primo film”, anche Morbius è un film che racconta la genesi del personaggio. Ciò che però fa storcere il naso è il senso di incompletezza della trama.

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Dr. Michael Morbius (Jared Leto) durante i suoi esperimenti.
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Lucien

Il film anche dopo averci mostrato il background di Michael, non decolla , non possiede un vero climax, terminando in uno scontato scontro vampiro buono-vampiro cattivo con protagonisti Michael e l’amico di sempre Lucien.

Il tutto ha un sapore di “già visto” dove è impossibile non pensare subito (ad esempio) allo scontro Peter Parker/Spiderman vs Harry Osborn/Goblin , ulteriore punto negativo di una storia priva di profondità.

Fotografia, audio ed effetti speciali

Morbius Scia

Sebbene le tante pecche, Morbius può vantare un buon comparto tecnico con una buona fotografica, audio e bei effetti speciali. Vederlo al cinema ci ha permesso di poter apprezzare a pieno i combattimenti , che sono probabilmente ciò che di più ci ha divertito.

La CGI non è la migliore mai vista in un film Marvel ma, tenendo conto della difficoltà che può essere quella di mostrare la velocità di movimento quando Michael balza da un avversario all’altro, possiamo dire che il risultato finale è godibile. Infatti non ci sono dispiaciute le sequenze in slow-motion quando il protagonista aggredisce ferocemente lasciando dietro di se la sua scia caratterizzata dai colori elettrici.

Morbius balzo

Commento finale

Insomma, questa volta Sony forse ha giocato un po’ sporco, utilizzando frasi e immagini nel trailer che nel film non sono presenti. Inoltre anche le scene post-credits sebbene promettono evoluzioni più interessanti di quelle viste in questa prima apparizione del vampiro vivente, risultano leggermente buttate a caso. In fin dei conti Leto ci regala una buona performance, con un personaggio che può sicuramente funzionare in un contesto fatto di scelte più accattivanti.

Purtroppo per l’attore ancora una volta (vedi Joker in Suicide Squad) non è aiutato dalle scelte in regia penalizzando di fatto il lavoro svolto.

Il voto finale quindi non sorride , raggiungendo a stento la sufficienza con un film senza infamia e senza lode, nella speranza di qualcosa di meglio nel sequel.

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La recensione 1280 × 640 - WELCOME TO RACCOON CITY: RITORNO AGLI ANNI '90 5
WELCOME TO RACCOON CITY: RITORNO AGLI ANNI ’90

Lo abbiamo amato, osannato, ci ha fatto divertire con gli amici, ci ha fatto davvero prendere grossi spaventi. Resident Evil, è probabilmente il gioco horror più famoso di sempre sviluppato e prodotto dalla software house giapponese Capcom. Oggi parliamo del reboot del suo adattamento cinematografico: Resident Evil: Welcome to Raccoon City.

Scritto e diretto da Johannes Roberts ed uscito nelle sale italiane il 25 novembre 2021, la pellicola è a tutti gli effetti un reboot e adattamento cinematografico della saga videoludica che di fatto unisce le trame di Resident Evil (1996) e Resident Evil 2 (1998). Dopo Resident Evil Infinite Darkness (ne parliamo qui) , serie animata prodotta da Netflix, ancora una volta quindi il cinema attinge dalla saga.

La S.T.A.R.S. nei nuovi poster di Resident Evil: Welcome to Raccoon City •  Universal Movies
Welcome to Raccoon City

Incipit

Il film vede, racconta le vicende dei primi due capitoli della saga videoludica, con protagonisti i celebri fratelli Redfield, Jill Valentine, Albert Wesker e Leon S. Kennedy. Jill, Albert e Chris Redfield fanno parte del team S.T.A.R.S., specializzato in missioni di soccorso che si ritrova nell’epicentro dello scoppio epidemico causato dalla Umbrella Corporation. Claire, torna a Raccoon City per trovare il fratello Chris e s’imbatte in una città fantasma. Farà presto la conoscenza di Leon al suo sfortunato primo giorno da poliziotto del dipartimento di Raccoon.

Cast

A differenza dei film precedenti,il cast è composto da attori semisconosciuti e in particolare da Kaya Scodelario (Claire), Hannah John-Kamen (Jill), Robbie Amell (Chris), Tom Hopper (Albert), Avan Jogia (Leon), Donal Logue(Brian Irons), Neal McDonough(William Birkin) e Lily Gao(Ada Wong).

Resident Evil: Welcome To Raccoon City
Da dx Tom Hopper,Kaya Scodelario,Avan Jogia,Hannah John-Kamen e Robbie Amell

Finalmente Raccoon city …

Le ambientazioni sono fedelissime a quelle del gioco. Raccoon city non è mai stata così cupa e spaventosa. Una città fantasma e che ritrae la stazione di polizia come tutti i fan hanno sempre sognato. Le luci e le ombre funzionano bene senza dare quella sensazione di claustrofobia da schermo che spesso ci colpisce non facendosi godere a pieno le scene al buio. La fotografia è forse insieme alle location il punto più forte della pellicola, riuscendo a far immergere lo spettatore nel mondo del videogioco come c’era solo riuscito parzialmente il primo titolo della saga con protagonista Milla Jovovich.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City, un video del film mostra  particolari identici al gioco
fonte: SkyTg24

Personaggi, scelte coraggiose ma proprio non ci siamo …

La scelta del cast funziona parzialmente, quella sulla caratterizzazione dei personaggi per niente. Il problema più grande di questa produzione passa proprio da questo punto. Se Chris e Claire funzionano e molto bene oltre ad avere una discreta somiglianza con la versione videoludica, non possiamo dire lo stesso per gli altri. Su tutti le delusioni più grandi sono Jill Valentine e Leon che paradossalmente sono tra i personaggi della saga più amati di sempre.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City, la recensione - Movieplayer.it
Chis e Claire

Oltre a non assomigliare fisicamente ai due personaggi, la cosa più snervante è vedere un Leon goffo,insicuro e incapace di prendere in mano la situazione (come invece siamo abituati a vedere). Forse la scelta è dovuta a voler mostrare un Leon alle prime armi e magari inserire qualche gag per intrattenere il pubblico, ma tutto ciò non funziona. Chi conosce il gioco di Capcom sa bene quanto Leon sia fondamentale nella storia e quanto sia cazzuto e sicuro di ogni azione che compie.

Resident Evil: Welcome To Raccoon City avrebbe dovuto concentrarsi sul Leon  di Avan Jogia - Jugo Mobile Novità sui giochi per cellulari | Tutti gli  ultimi giochi IOS/Android
Leon

Questo purtroppo rappresenta una montagna insormontabile che compromette tutto ciò che di buono c’è nel film.

Infatti le quasi due ore scivolano abbastanza agevolmente riuscendo a regalare al pubblico un buon b-movie dal sapore anni 90. Le musiche scelte, i costumi, i dialoghi sono ottimi e regalano piacevoli ricordi ai più nostalgici, strappando anche qualche sorriso con scene originali e divertenti.

Una scena del film davvero divertente e originale

Commento finale

Welcome to Raccoon City rappresenta tutto sommato un buon film d’intrattenimento , ma ben lontano dalle speranze che nutrivamo quando uscirono i primi teaser. Se si vuole costruire da zero un caposaldo del mondo dei videogame improntando il film sulla fedeltà del franchise beh allora siamo proprio fuoristrada.

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Locke Key Netflix Teaser Poster - LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2) 7
LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2)

Locke & Key è una serie televisiva statunitense, creata da Joe Hill e basata sull’omonima serie di comic book di Hill. La serie ha debuttato su Netflix il 7 febbraio 2020.

LOCKE & KEY
La copertina della nuova edizione del comic
Joe Hill - LOCKE & KEY
Joe Hill

Per chi non lo sapesse Joe Hill è il nome d’arte di Joseph Hillström King, o meglio il figlio di Stephen King. Basterebbe già soltanto questo per convincere gran parte degli amanti e conoscitori dei racconti horror e fantastici a guardare questa serie.

Dopo un’iniziale interessamento nel 2010 da parte di Fox e di Hulu nel 2017 per la realizzazine della serie, nel 2018 Netflix rompe le righe ordinandone la realizzazione per l’intera saga fumettistica.

Di cosa parla Locke & Key (trama e cast)

La storia di questa serie fantasy ruota attorno alla vita di tre fratelli, che dopo il macabro assassinio del padre, si trasferiscono nella sua casa di famiglia in Massachusetts, nella quale scoprono chiavi magiche che danno loro una vasta gamma di poteri e abilità. Quello che non sanno, però, è che anche un demone vuole le chiavi e non si fermerà davanti a nulla pur di ottenerle.

LOCKE & KEY casa
Villa Locke

A comporre il cast principale vi sono Connor Jessup, Emilia Jones, Jackson Robert Scott nei rispettivi panni dei tre fratelli Tyler,Kinsey e Bode Locke, mentre Darby Stanchfield nei panni della madre Nina Locke. A completare il cast ci sono Laysla De Oliveira(Dodge),Griffin Gluck(Gabe),Hallea Jones(Eden Hawkins),Aaron Ashmore(Duncan Locke),Brendan Hines(Josh Bennett dalla stagione 2) e Petrice Jones(Scot Cavendish).

La serie con la prima stagione ha guadagnato subito il consenso del pubblico. Su Rotten Tomatoes la prima stagione della serie ha ottenuto un punteggio di approvazione del 66% basato su 61 recensioni, con un punteggio medio di 6.58/10.

Locke & Key : Ambientazioni,effetti e fotografia …

Le ambientazioni sono abbastanza fedeli al fumetto. Villa Locke è praticamente identica, e i grandi spazi e la piccola cittadina di Lunenburg (piccola cittadina della Nuova Scozia,Canada) è lo sfondo perfetto per raccontarne le avventure.

LOCKE & KEY_Casa
LOCKE & KEY Dodge fumetto
Dodge nel fumetto
LOCKE & KEY Dodge Attrice
Dodge nella serie
LOCKE & KEY Bode
Bode

La caratteristica interessante della serie è certamente l’atmosfera a sfondo thriller/horror(ma senza esagerare) che avvolge le dinamiche della storia. Inoltre i temi quali la famiglia, amicizia, amore, lealtà e la metafora della crescita e maturazione dei ragazzi sono trattati in maniera intelligente rendendo la serie fruibile a tutte le persone indipendentemente dall’età.

I colori sono sempre al punto giusto, nel vestiario dei personaggi, nel colore delle case, il contrasto tra la neve con i giubbotti indossati dai protagonisti, il bagliore blu della magia , (e tanto altro) sono un vero piacere per gli occhi accompagnato da una interessante e ben congeniata fotografia che è la ciliegina sulla torta, merito soprattutto di un grande lavoro di luci e ombre del cast tecnico.

Che dire … Un impanto visivo davvero fantastico!

I sentimenti, gli affetti, i ricordi , la crescita e conoscenza personale

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Locke&Key non è solo magia e avventura fantasy, ma soprattutto una storia intensa dove è sempre percepibile il sentimento che pervade ogni personaggio.

I ricordi assumono un significato così importante da essere tangibili, in una storia che ci da una rappresentazione di essi davvero originale ed emozionante.

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AND THE AWARD OF BEST CHARACTER OF THIS SHOW GO TO …

The Best Character - LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2) 18

La scelta delle musiche …

Una vera chicca è la scelta delle musiche. Dal motivetto della sigla , alle musiche che accompagnano la suspense, sino alle grandi hit del mondo pop della musica. Locke & Key tra uno spavento, un’emozione e una risata ci fa anche … Ballare!

Un comparto sonoro davvero accattivante e accurato che rende ogni immagine, sequenza e avvenimento avvincente.

Ecco una playlist che raccoglie tutte le musiche delle prime 2 stagioni.

Vi invitiamo inoltre a seguirci per tanti altri articoli e recensioni in particolare seguiranno articoli di curiosita e analisi con spoiler della serie. - LOCKE & KEY : LA RECENSIONE (St. 2) 19
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IL LEGAME (2020) : CIO’ CHE NON TI UCCIDE, TI LEGA

Il legame è un film del 2020 diretto da Domenico de Feudis.

Il film reppresenta l’esordio per il regista, con protagonista Mía Maestro e Riccardo Scamarcio, prodotto da Indigo Film e Ht Film e distribuito sulla piattaforma Netflix. Esso è liberamente ispirato al saggio di antropologia Sud e magia di Ernesto de Martino.

Ernesto De Martino

De Martino  nel 1959, analizza alcune zone del sud Italia tra cui BasilicataCampania e Calabria per capire quanto la magia sia radicata nella cultura popolare. In particolare nella pellicola viene trattato il fenomeno della fascinazione.

Fascinazione

Con fascinazione si intende una condizione psichica di impedimento e inibizione dovuta ad un senso di dominazione da parte di un’altra entità, con cui si perde autonomia. Essa necessita di una vittima e di un agente fascinatore. Se esso è umano si parla di malocchio, cioè un’influenza maligna causata da uno sguardo invidioso da parte di un’altra persona.

Sud e magia di Ernesto de Martino

Cos’è la fascinazione

Nel suo libro de Martino ci parla del fascino (o fascinazione o malocchio o fattura), una condizione che implica un agente (una persona fisica o uno spirito maligno) e una vittima.

Come avviene la fascinazione

La fascinazione può dunque avvenire anche involontariamente e spesso solo attraverso lo sguardo: in molte formule contro la fattura si ricorda proprio l’elemento dell’occhio malevolo (basta pensare alla filastrocca napoletana “Uocchij, maluocchij, prezzemolo e finocchio, aglie, fravaglie, a fattura ca nun quaglia” o a quella più famosa detta da Lino Banfi ne ‘L’allenatore nel pallone”).

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Ernesto de Martino (1908 – 1965)

Fascinazione come allucinazione

L’autore nel suo saggio parla della fascinazione anche come forma di allucinazione e di possessione descrivendo casi di legature notturne: persone svegliatesi con lividi o legate al letto o che avrebbero sperimentato di notte uno stato di paralisi cosciente durante vessazioni fisiche di spiriti. Probabilmente secondo lo studio, la credenza diffusa di questo evento è dovuta al voler motivare lo stato emotivo-cognitivo di un individuo che in situazioni estreme quali gravi malattie,fame,situazioni di grave difficoltà o la morte durante il quale la persona era come assente e/o estranea alla realtà o non completamente cosciente e padrone delle sue scelte. Cefalalgia, sonnolenza, spossatezza, rilassamento, ipocondria spesso accompagnano la fascinazione: ma l’esperienza di una forza innominabile e funesta resta il tratto caratteristico.

Riassumendo …

Detto ciò possiamo quindi dire che la credenza nella fascinazione si basa su due fondamenti.

  1. l’esistenza di forze oscure (naturali e sovrannaturali) che sovrastano l’esperienza umana e possono incidere negativamente su di essa;
  2. la possibilità che persone possano agire a danno di altri esseri umani.

Per questo in chi crede vi è la necessità di attribuire a qualcuno (colui che è magico) il potere di contrastare quelle forze e le cattive intenzioni di chi ne fa uso. In tal senso vi è l’operatore, che viene identificato dalla comunità come dotato di poteri magici, il trattamento che egli riserva può conseguire degli effetti positivi e a volte risolutivi.

Il legame - Giulia Patrignani
Giulia Patrignani in una scena del film

Un horror completamente italiano …

Il legame è interamente girato in Puglia, in particolare tra Selva di Fasano e Monopoli. Tra gli attori protagonisti vediamo Riccardo Scamarcio nei panni di Francesco, che per la prima volta porta la sua compagna Emma e Sofia(figlia di lei) a conoscere sua madre Teresa che vive in un’antica villa immersa tra gli ulivi, nel sud Italia.

Regia

Il ritmo della storia è ben calibrato, riuscendo a tenere alta l’attenzione lo spettatore oltre che la suspense. I personaggi sono ben coadiuvati, grazie anche alle buone scelte del regista per l’esposizione dei fatti.

De Feudis, riesce a creare un’atmosfera perfetta sfruttando a pieno le ambientazioni suggestive del paesaggio pugliese. Le campagne e gli alberi di ulivo, la casa dai soffitti alti, le porte scricchiolanti, i lunghi corridoi notturni e l’oscurità delle grotte, sono la giusta cornice per la storia che il regista vuole raccontarci.

Il legame - Bosco

Il legame : Una sceneggiatura “donna”

La sceneggiatura (curata dallo stesso regista), pone al centro di tutto la compagine femminile. Le donne sono coloro che muovono le fila della storia. Emma e sua suocera Teresa rappresentano due epoche lontane tra loro. Emma rappresenta ciò che è il mondo d’oggi e Teresa rappresenta ciò che sappiamo che è stato, e ciò che in segreto ancora esiste: il folklore.

Il legame - Mariella Lo Sardo
Mariella Lo Sardo è Teresa
Il legame - scena del pranzo
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De Feudis rilancia l’horror italiano

Chiunque abbia visto qualche film horror, sa che in Italia non ha mai funzionato. Era dai tempi di Profondo Rosso e Suspiria che in Italia non guardavamo un film horror degno di nota.

Che sia chiaro, Il Legame non è neppur lontanamente paragonabile ai capolavori di Dario Argento, ma regala grandi speranze per il futuro, con una sorprendente performance di Giulia Patrignani (ragazzina all’esordio) e di Riccardo Scamarcio, che riesce a far dimenticare al pubblico il bad man tormentato e desiderato dalle donne a cui siamo abituati.

Da premiare è sicuramente la scelta di portare sullo schermo un tema affascinante (e non usiamo questa parola a caso) come i riti popolari. Purtroppo però dopo un’ottima introduzione della storia e una buona parte centrale, l’opera d’esordio del regista si perde nel finale lasciando un senso di incompiutezza.

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Due occhi ti hanno fissato nei miei, ti vogliono aiutare. Io ti attacco al sangue fascinato per vedere dove si è celato. È sangue della tua natura, fino alla sepoltura.

~Sabrina
IL NOSTRO VOTO - IL LEGAME (2020) : CIO' CHE NON TI UCCIDE, TI LEGA 27
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BLACK SUMMER (2019) : LA SERIE PIÙ REALE E BRUTALE POSSIBILE

Prendete “The Walking Dead” e privatelo dell’amore,i melodrammi,le lunghe chiacchiere e gli antagonisti prime donne. Questo è Black summer.

Black Summer è una serie televisiva post-apocalittica horror statunitense creata da Karl Schaefer e John Hyams e distribuita da Netflix a partire dall’aprile 2019 e arrivata alla seconda stagione nel 2021.

Black summer

Trama

La trama ruota principalmente attorno a Rose(Jaime King) la quale in seguito allo scoppio di un’epidemia zombie, viene separata ad un posto di blocco dalla figlia. La donna così intraprende un lungo e violento viaggio per riunirsi a lei.

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Regia : L’esasperazione di ogni tipico aspetto del genere zombie horror

Le caratteristiche del genere sono tutte presenti, ma amplificate fino all’esasperazione, il tutto per mettere in evidenzia la pericolosità e l’aggressività dei non morti,la violenza e tutti gli avvenimenti che coinvolgono i protagonisti che agiscono in un mondo pieno di azione e nessuna pietà.

La struttura degli episodi è divisa in piccoli capitoli che spesso si muovono nel tempo in maniera circolare per raccontare la storia e le disavventure dal punto di vista dei diversi protagonisti, per poi arrivare ad un fitting point che mette insieme i pezzi. I dialoghi sono pochi, brevi e diretti per lasciare maggior spazio alla tensione, le atmosfere e le sequenze di azione.

La serie sin da subito non si risparmia: Scene crude,violente, scelte crudeli, persone senza scrupoli lottano contro gli altri sopravvissuti più che contro i non morti. E’ chiarissimo che la scelta degli autori è di rappresentare l’uomo come vero antagonista della storia , il quale non avrà ripensamenti quando si tratterà di mettere la sua vita avanti a tutto.

Saranno d’accordo in tanti che hanno già visto la serie, che le scene più cruente e angoscianti sono proprio quelle in cui l’uomo compie gli atti più atroci.

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I ritmi di narrazione sono pressoché elevati, grazie al mix di suspense e adrenalina che faranno compagnia allo spettatore per gran parte degli episodi. Inoltre spesso ci si troverà a dover fare i conti con l’ansia e la paura di essere beccati da chi vuole sopraffarci come se la realtà e la finzione del mondo di Black Summer fossero un tutt’uno grazie all’immersività che la regia è riuscita a creare.

Camera a mano

Black Summer fa un massiccio uso di questa tecnica di ripresa che consente allo spettatore si sentirsi completamente nell’azione e rendendo la scena davvero immersiva.

Questa tecnica consiste nel riprendere gli attori muovendosi insieme a loro sul set. Il cameraman in questo caso segue il protagonista rendendo la scena più reale come accade anche nei reportage. Per fare alcuni esempi, Cannibal Holocaust e The Blair Witch Project sono tra i precursori di questa tecnica.

Una scena della serie girata con la tecnica appena descritta

Altro aspetto che ho davvero apprezzato molto è la reazione dei protagonisti che (che a differenza di altri prodotti del genere) anche quando ormai combattenti esperti mostrano spesso la loro paura e il timore di non farcela dinanzi ai non morti che lontani dai canonici zombie dal passo lento , sono pronti a corrergli dietro fino a quando non avranno la loro carne. Queste scene rendono molto reale la storia creando empatia con lo spettatore che riconosce la sensazione di terrore se pensa di trovarsi in quell’istante nei panni del protagonista.

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E’ facilmente deducibile che il fiore all’occhiello di questo prodotto è l’incredibile realismo che proietta BS ai primi posti dei film apocalittici, oltre al cast che nonostante sia composto da attori poco conosciuti si difende davvero in maniera egregia risultando una piacevole sorpresa.

Elogi particolari alla protagonista assoluta Jaime King che si mostra cazzuta e stella della serie con un personaggio caratterizzato da una netta e costante crescita.

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Per ora più che bene …

Per ora il mio non può che essere un giudizio positivo , per una serie che è un must to watch per gli amanti del genere, ma allo stesso tempo consigliato per chi ha voglia di guardare qualcosa di molto realistico e originale.

Netflix ha già fatto sapere che è in produzione una terza stagione e personalmente non vedo l’ora di vedere se riusciranno a mantenerne il trend.

Come per la maggior parte dei casi, anche questa serie non è esente da difetti, con alcune scelte che mi hanno fatto storcere un po’ il naso, ma che non rovinano lo spettacolo.

Conclusioni

Black Summer è senza dubbio un prodotto che osa,non ha timore e si mostra nella sua essenza e in tutta la sua violenza e brutalità. La serie sicuramente verrà apprezzata ancora di più nel tempo potendo contare sulla grande visibilità del suo streamer e sui tanti giudizi positivi che faranno eco fino ad arrivare all’orecchio anche dello spettatore più restio.

IL NOSTRO VOTO - BLACK SUMMER (2019) : LA SERIE PIÙ REALE E BRUTALE POSSIBILE 37

Gli zombie sono la faccia allo specchio che non restituisce lo sguardo.
(Richard Greene)

Resident Evil Infinite Darkness clip - Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo 38
Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo

 RESIDENT EVIL: Infinite Darkness,[2] è una serie di animazione in CGI[3] basata sul franchise Resident Evil di Capcom. La serie vede protagonisti i personaggi principali del videogioco Resident Evil 2Leon S. Kennedy e Claire Redfield.[4]

Prodotta da TMS Entertainment e animata da Quebico,[5] Infinite Darkness è uscita l’8 luglio 2021 in anteprima su Netflix [Wikipedia]

La serie racconta gli avvenimenti frapposti cronologicamente tra il gioco di RE4 e RE5.
Ma avranno fatto un buon lavoro TMS Entertainment e Quebico?

Facciamo un breve recap : Raccoon City

Infinite Darkness
Resident Evil 2 Remake - Guida al platino – GamesHelp
RE2 Remake PS4

29 settembre 1998 – Raccoon City, la città cade nel panico in seguito ad un incidente causato nei laboratori della Umbrella Corporation.

Numerosi mostri mutanti e zombi vanno in cerca di prede umane.

Claire Redfield (sorella di Chris Redfield, uno dei protagonisti del primo Resident Evil, venuta a cercarlo in città) e Leon Scott Kennedy, un neo poliziotto assegnato alla locale stazione di polizia, la R.P.D. (Raccoon City Police Department), al suo primo (che fortuna) giorno di lavoro.

Nell’autunno del 2004. Leon Scott Kennedy, è ora un agente governativo incaricato di indagare sul rapimento di Ashley Graham, figlia del presidente degli Stati Uniti d’America.

Secondo l’intelligence, Ashley è stata deportata in Spagna, e gli indizi portano al villaggio rurale di El Pueblo. Per confermare la notizia ed evitare imboscate, i servizi segreti decidono di inviare sul posto un solo agente: Leon Scott Kennedy, agente speciale che gode della stima del presidente.

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2006 Infinite Darkness breve introduzione della storia in streaming su Netflix

Dopo gli avvenimenti di El Pueblo, in seguito ad un attacco informatico alla Casa Bianca; il presidente richiama il suo fidato (a cui deve tutto dopo avergli riportata sana e salva la figlia) Leon Kennedy al quale ordina di indagare sull’accaduto. Arrivato alla Casa Bianca Leon deve subito far fronte ad un misterioso attacco il quale diffonde il virus T nella struttura. Scampato il pericolo Leon incontra Claire che, nel frattempo indaga sugli avvenimenti di Panemstan il quale pare abbia portato al suicidio un’intera squadra di soldati tornati dal posto anni prima.

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L’unico sopravvissuto della squadra è Jason definito “Eroe di Panemstan“, il quale però appare subito ambiguo agli occhi di Leon.

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Regia e sceneggiatura

La trama di Resident Evil Infinite Darkness è ben definita, riuscendo a collocare in maniera corretta i personaggi e le loro storie. Mi è parso evidente che la scelta di rilasciare soltanto 4 episodi sia per dare al pubblico un assaggio, un modo per la produzione di tastare il terreno per programmare una serie (mi auguro) più profonda e più longeva.

I flashback inseriti tuttavia non riescono a raccontare chiaramente il background dei personaggi introdotti, mentre è davvero ottima l’atmosfera che si crea durante l’investigazione portata da Claire. I dialoghi sono ben strutturati rendendo piacevole la visione della serie senza momenti di noia.

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Leon e Jason in una scena della serie

C’è da dire però mentre in Resident Evil: Vendetta (2017) abbiamo apprezzato sequenze mozzafiato con inseguimenti,sparatorie e combattimenti all’ultimo sangue, questo ha messo da parte la spettacolarità incentrando la storia sul dialogo, gli intrighi e le atmosfere cupe rendendo il prodotto un thriller a sfondo horror.

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Claire sulla scena del delitto

Montaggio

Essendo una serie prodotta completamente in CGI, per gli amanti della saga CAPCOM è un po’ come tornare a casa. La qualità della grafica è sicuramente notevole, riprendendo quanto fatto con i film precedenti del franchising e cercando di sfruttarlo a pieno. Proprio su questo punto mi sento di muovere una piccola critica: Considerando che l’ultimo film risale a qualche annetto fa, mi sarei aspettato un miglioramento in alcune movenze e alcune espressioni dei personaggi che invece sembrano rimaste sullo stesso livello, che resta comunque di prima fattura.

Il design e le ambientazioni sono come sempre in perfetta sincronia con quelli del videogioco, il tutto accompagnato da una buona colonna sonora.

Conclusioni

Resident Evil: Infinite Darkness è senza dubbio uno dei prodotti più attesi dal pubblico amante del genere e della saga videoludica. La serie mantiene un ottimo livello , ma troppo breve con i soli 4 episodi per essere giudicata in maniera definitiva.

In attesa di ulteriori episodi possiamo concludere dicendo che questa serie animata è una buona trasposizione seriale della saga horror più amata e conosciuta al mondo, se dovessi dare un voto scolastico, direi RIMANDATA .

IL NOSTRO VOTO 1 - Resident Evil Infinite Darkness (2021) : Bene ma non benissimo 49
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ARMY of The DEAD : Uno zombie movie innovativo dal sapore rétro

Se facessimo un film incentrato su una rapina, ma al posto della polizia, ci mettessimo degli Zombies ?

Army of the dead

Zack Snyder reinventa lo zombie movie

Army of the Dead è un film del 2021 diretto da Zack Snyder che narra le vicende di un gruppo di mercenari capitanato da Scott Ward(Dave Bautista) che viene assoldato per derubare un casinò all’interno di una Las Vegas in quarantena, nel mezzo di un’epidemia zombi.

Questa pellicola originale Netflix è un film che sfrutta le ambientazioni già note ovvero il mondo che deve far fronte allo scoppio di un virus che trasforma i morti in zombie.
L’idea originale di far sviluppare la storia all’inizio dell’epidemia quando i non morti sono intrappolati e controllati all’intero della ormai abbandonata Las Vegas, reinventa di fatto il classico zombie movie.

Nonostante la freschezza di questo prodotto, il regista impronta il film su uno stile rétro riprendendo alcune caratteristiche estetiche e atmosfere di film iconici come Essi vivono  (They Live) (1988) e Vampires (1998) di John Carpenter per citarne alcuni.

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Il cielo che fa da sfondo in Essi Vivono
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Una delle tante scene in cui Zack gioca con le luci del sole
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Vampires (1998)
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Locandina Army of the Dead

Il film presenta un plot davvero intrigante, ma dopo un’ottima introduzione della storia,dei personaggi (ben caratterizzati e davvero cazzuti) e di alcuni elementi interessanti, la storia finisce per svilupparsi in maniera scontata e frettolosa perdendo un po di mordente e cadendo in alcuni espedienti narrativi poco credibili. I dialoghi sono divertenti e piacevoli rendendo il film accattivante ,scorrevole e dai toni più action che horror.

La fotografia

La fotografia diretta sempre dal regista (all’esordio), è sublime: Gioco di luci e colori del cielo della città fanno da sfondo alle disavventure dei protagonisti.

Una Las Vegas versione pandemic davvero accattivante e spettacolare che si mostra una inedita, ma azzeccatissima location per un film sui non morti.

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Per rendere il film un apocalittico dal tocco anni 60’/80′ , Zack Snyder ha utilizzato una serie di lenti Canon Dream degli anni 60 acquistate anni prima su eBay, e prima dell’inizio delle riprese ha collaborato con RED Studios per la realizzazione di telecamere digitali che riuscissero ad abbinare quest’ultime.

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Montaggio ed effetti speciali

Le sequenze d’azione sono girate egregiamente e anche gli effetti speciali e il trucco dei mostri funziona.

Per il trucco sono stati ingaggiati 35 truccatori che hanno impiegato in media 6 ore al giorno per truccare e preparare le comparse nel ruolo degli zombie shambler.

Per velocizzare questo processo hanno poi creato delle protesi per personalizzare alcuni dei zombie che all’interno del film hanno ruoli o scene comprimarie come ad esempio la pelle e il volto di Zeus e la Regina.

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La regina
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Zeus capo dei zombie Alpha

La tigre ed il cavallo zombie

Per la creazione di Valentine , la tigre zombie hanno invece registrato i movimenti dell’animale per riproporlo al computer. L’aspetto della tigre zombie è nato da alcuni bozzetti che aveva ideato il regista, che insieme all’aiuto della troupe ha generato il lavoro finale.

Per una buona riuscita , a Zack è stato consigliato di utilizzare l’aspetto di una tigre bianca e di replicarne movimenti e dimensioni per rendere il più reale possibile l’animale.

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Valentine

Per il design e trucco del cavallo zombie sono state dipinte e scolpite a mano protesi di ossa e carne, applicate poi ad un vero cavallo dal nome Ace.

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Il cavallo zombie

Per tutti i dettagli sugli effetti speciali potete dare uno sguardo al mio articolo Army of The Dead : Curiosità e foto dal backstage dove ho raccolto e spiegato nel dettaglio tutti i lavori dei tecnici raccontati nel Backstage di Netflix.

Conclusioni

Army of The Dead è un prodotto valido, ma che lascia in me un senso di incompiutezza. Un film che mostra tutto il coraggio del suo creatore,che però pecca di frettolosità non approfondendo alcuni elementi narrativi che avrebbero potuto rendere perfetta questa pellicola che in ogni caso merita di essere vista.

IL NOSTRO VOTO - ARMY of The DEAD : Uno zombie movie innovativo dal sapore rétro 62

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The Haunting of Bly Manor
the hunting of bly manor poster - The Haunting of Bly Manor 64

Titolo originale The Haunting of Bly Manor
Paese Stati Uniti d’America
Anno 2018 – in produzione
Formatoserie TV
Genere drammatico,fantastico,orrore
Stagioni2 (di 2)
Episodi9 (42 – 71 min)
Lingua originale inglese
Rapporto 16 : 9
Ideatore e Regia Mike Flanagan
SoggettoIl giro di vite di Shirley Jackson

“ Non possiamo contare sul passato. Pensiamo di essere rimasti intrappolati nei nostri ricordi, ma i ricordi svaniscono. Potremmo svanire in qualsiasi momento.” ~ Owen

The Haunting Of Bly Manor 

creata e diretta da Mike Flanagan è la seconda stagione della serie antologia “The Haunting” tratta da romanzo “Il giro di vite” di Henry James. (qui in vendita su Amazon)

Il regista come per la prima stagione, sceglie di trarre solo spunto dal romanzo.

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Copertina del romanzo
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Un frame della sigla

Piccola premessa

Se credete di vedere una stagione simile alla prima ( Hill House, qui la nostra recensione) , allora devo spegnere il vostro entusiasmo. Inoltre per commentare questa serie dovrò fare alcuni spoiler (che nasconderò con il solito bottone 😉).

In ogni caso io vi invito a vedere questa stagione , e ad avere molta pazienza nel seguire la storia scandita dal ritmo che la caratterizza, ma posso garantire che il gioco varrà la candela.

Una lunga storia di fantasmi …

The Haunting of Bly Manor è la storia di fantasmi avvenuta nella tenuta di Bly in una campagna dell’Essex, narrata da una donna (Carla Gugino) durante una cena di prova di matrimonio. Danielle (Victoria Pedretti) è una giovane insegnante che dall’America si trasferisce in Inghilterra. La donna viene assunta dal lord Henry Wingrave (Henry Thomas) come istitutrice dei suoi due nipoti rimasti orfani Miles (Benjamin Evan Ainsworth) e Flora (Amelia Bea Smith) di cui Egli è tutore legale dopo la morte dei loro genitori.

Henry è un uomo ricco, ma solo e tormentato che non vuole avere nulla a che fare con Bly e i suoi nipoti. Per occuparsi dei bambini però, Dani può fare affidamento sul personale già presente, ovvero la giardiniera Jamie(Amelia Eve), il cuoco Owen (Rahul Kohli) e la governante Hanna (T’Nia Miller) . Oltre al difficile compito di dover ricostruire la felicità degli orfani e ambigui bambini , Dani dovrà anche affrontare il suo passato che dall’America porta con se e si “riflette” in ogni superficie. Ben presto l’istitutrice verrà a conoscenza che è lì per ricoprire il ruolo di Rebecca (Tahirah Sharif) morta suicida nel laghetto vicino la tenuta in preda alla disperazione per la fine della sua storia d’amore con l’assistente di Henry , Peter (Oliver Jackson-Cohen) .

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“ Devi promettermi che rimarrai nella tua stanza. Non lasciare la tua stanza di notte.”

Ancora una volta la serie antologica di Flanagan ci racconta le vicende muovendosi tra le linee temporali di passato e presente dedicando interi episodi per svelare allo spettatori ciò che nel presente è ignoto fino a quel preciso istante. In Bly Manor questa scelta si rivela complicata , ma azzeccata ed anche un escamotage per evitare episodi filler che spesso risultano noiosi durante la visione di una serie TV. Il livello di Regia si conferma di ottima fattura grazie anche ad una buonissima interpretazione di tutto il cast, dove è impossibile non sottolineare la straordinaria performance degli attori di Flora e Miles. Il montaggio riesce a portare a casa il suo compito regalando un’ottima fotografia con luci e giochi d’ombre che caratterizzano le atmosfere della tenuta di Bly.

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Si può notare nell’ombra a sinistra il fantasma del dottore della peste.
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Il fantasma del dottore della peste.
La sceneggiatura

I dialoghi sono davvero intensi , riescono a trasmettere le sensazioni,le emozioni e gli stati d’animo che i personaggi vivono, rendendo lo spettatore partecipe degli eventi e sentendosi coinvolto man mano sempre più.

Il passato è l’elemento più fragile: sbiadisce sempre. E il più stabile: non cambia mai.

(Alessandra Paganardi)

Il passato è un elemento fondamentale in questa storia e insieme all’amore e ai ricordi sono l’origine di Bly Manor. – Pensiamo di essere rimasti intrappolati nei nostri ricordi, ma i ricordi svaniscono – Owen ci anticipa con questa frase ciò che ci sta per essere rivelato nel cuore della stagione, quando con gli episodi finali ci mostra le origini del fantasma della donna del lago.

Passato,amore e ricordi – Flanagan riesce a mettere in piedi con questa sceneggiatura un horror mai visto prima che definisce un genere nuovo lontano dagli horror a cui siamo abituati dove il sangue, la violenza brutale e il trash fanno spazio ad una storia costituita dalla paura,i timori e i traumi che “danno la mano” ai personaggi lungo il cammino della loro vita.

Nonostante ci siano dialoghi ben strutturati , la trama “subisce” un po’ il ritmo dove rallenta in maniera esagerata forse per permettere di raggiungere un minutaggio da serie TV senza dover inserire ulteriori elementi. Resta inoltre un vero peccato non aver sfruttato alcune sotto trame che vengono inspiegabilmente risolte ( forse) proprio nel momento in cui lo spettatore viene invece “catturato” da un possibile sviluppo (ne facciamo degli esempi nello spoiler in basso).

I costumi sono il pezzo forte del comparto tecnico della serie, che hanno il loro exploit negli episodi ambientati nel passato.

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Commento finale

Nonostante Il finale ci lascia una bellissima morale sulla vita , le persone e gli affetti,evince una serie di interrogativi e lacune che è impossibile non notare.

The Haunting Of Bly Manor nonostante gli interrogativi e le lacune analizzate resta comunque un validissimo prodotto che non ha il timore di mostrarsi in tutta la sua originalità dando l’idea allo spettatore di guardare un horror nostalgico ,ma moderno.

IL NOSTRO VOTO - The Haunting of Bly Manor 81
hill house locandina 2 - The Haunting of Hill House 82
The Haunting of Hill House
hill house locandina 3 - The Haunting of Hill House 83

Titolo originale The Haunting of Hill House
Paese Stati Uniti d’America
Anno 2018 – in produzione
Formatoserie TV
Genere drammatico,fantastico,orrore
Stagioni1 (di 2)
Episodi10 (42 – 71 min)
Lingua originale inglese
Rapporto 16 : 9
Ideatore e Regia Mike Flanagan
SoggettoL’incubo di Hill House di Shirley Jackson

I fantasmi sono sensi di colpa. I fantasmi sono segreti. I fantasmi sono rimpianti e fallimenti. Ma la maggior parte delle volte, la maggior parte delle volte … Un fantasma è un desiderio.

~ Steven Crain

The Haunting Of Hill House creata e diretta da Mike Flanagan è la prima stagione della serie antologia “The Haunting” tratta da romanzo “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson. (Qui il link al libro in vendita su Amazon)

La storia ruota attorno ad un gruppo di fratelli inevitabilmente segnati da un’estate in quella che in seguito sarebbe diventata la casa infestata più famosa del paese.

Hill House

Al momento della stesura della trama, Flanagan ha stravolto completamente la storia originale tenendone solamente l’incipit e parte dei nomi dei personaggi.

Hugh (Henry Thomas) e Olivia (Carla Gugino) sono imprenditori/architetti che girano per gli Stati Uniti in cerca di case da sistemare e rivendere a prezzi vantaggiosi.

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E nel caso ve lo steste chiedendo… No non sono loro 😄

Nel periodo estivo decidono di portare con loro i propri cinque figli per completare il loro progetto di rivalorizzazione di Hill House , una grandissima villa fuori città. Ben presto pero’ eventi terrificanti stravolgerà le loro vite costringendoli a lasciare la casa.

Passato e Presente

Hill House screen
Una famiglia tormentata

Il regista racconta la storia muovendosi nel tempo , riuscendo a congegnare una trama ricca di dettagli e di avvenimenti distribuiti in ogni episodio senza annoiare mai lo spettatore , ma anzi tenendolo sempre incollato allo schermo per scoprire cosa di oscuro turba ogni componente della famiglia Crain. Il tutto grazie anche all’aiuto della sceneggiatura che riesce a mescolare alla perfezione tutti i flashback della casa con quella contemporanea.

Come in ogni film horror non mancano cliché e jumpscare che vengono però utilizzati in maniera adeguata senza ricadere nella ripetitività. Infatti ciò che rende questo titolo un horror valido è proprio il riuscire a raccontare una storia di orrore senza dover ricorrere ad esasperate scene di violenza come spesso accade per il genere.

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“Mamma dice che una casa è come un corpo. E ogni casa ha occhi,ossa e pelle. Una faccia.

La casa

La serie oltre a poter contare su una trama ben strutturata e su una buona interpretazione del cast , vanta un’ottima ambientazione. In Hill House la casa è parte integrante del cast, infatti è tangibile la sensazione di essere osservati,sfiorati e persino trattenuti nelle scene in cui i protagonisti entrano in contatto con il male ignoto che pare dare vita propria alla terrificante dimora.

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“Adesso che la casa si è impadronita di noi, forse non ci lascerà più andare.”

Commento finale

Che dire , The Haunting mostra un inedito modo di raccontare una storia horror, con una affascinante e originale sigla,l’ottima fotografia e colpi di scena a far da cornice. Ultimo appunto ma non per ordine di importanza la bravura nel scegliere il cast che unisce attori agli esordi con attori d’esperienza ma che hanno voglia di tornare alla ribalta.

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Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà” —  Shirley Jackson, libro L’incubo di Hill House
IL NOSTRO VOTO 2 - The Haunting of Hill House 88
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Death Note : Recensione della pietra miliare dell’animazione

“Il mondo fa schifo, e se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti. E io… con questo quaderno posso far sì che ciò avvenga. Il problema è…la mia mente reggerà?”

~ Light Yagami

Nell’ Ottobre del 2006 veniva trasmesso in anteprima mondiale in Giappone🇯🇵 l’anime di Death Note. L’adattamento del manga di Tsugumi Oba e Takeshi Obata si puo’ considerare senza dubbi una delle pietre miliari dell’animazione giapponese e uno degli anime più famosi di sempre. Dall’opera originale sono stati tratti numerosi film,serie,videogiochi e ogni tipo di gadget.

Ma cosa rende, Death Note così unico da essere ancora osannato dal pubblico?

Death Note
Ryuk e Light Yagami

Trama

Light Yagami è uno studente modello, annoiato e stufo di vivere in una società pervasa da crimini e corruzione. La sua vita cambia notevolmente quando un giorno trova un misterioso quaderno nero, intitolato “Death Note“.

Death Note regole

“L’umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.”

Inizialmente scettico, Light prova il quaderno scrivendo i nomi di due criminali, rimanendone stupito dall’autenticità dei poteri. Successivamente il vero proprietario del Death Note, un dio della morte di nome Ryuk si mostra al ragazzo, il quale lo avverte delle conseguenze derivanti dall’utilizzo del quaderno. Decide quindi di usarlo per estirpare il male e diventare il “Dio del nuovo mondo“. Tuttavia, il notevole aumento di casi di criminali deceduti in maniera inspiegabile, attira l’attenzione dell’Interpol che chiede aiuto ad un singolare,giovane e abilissimo detective privato conosciuto come Elle.

Death Note - L
Elle

Un capolavoro senza tempo, facciamo un po’ di analisi

tokyofinal 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 90

Uno dei punti di forza del manga è la contemporaneità dell’opera giapponese ,che nonostante gli anni resta attuale grazie ai temi quali la violenza, la morale e il concetto di giustizia.

Infatti Light critica lo stato, il quale secondo il ragazzo è incapace di mettere fine a questo mondo fatto di violenza e criminalità.

Ascolta Ryuk: io costruirò un mondo ideale totalmente privo di criminali […]

Light Yagami

Ma è corretto “farsi giustizia” ?

Ovviamente farsi giustizia è sbagliato ed anche punibile, eppure come spesso accade guardando un film, noi siamo dalla parte del protagonista. Perché? Beh perché siamo consapevoli che spesso la giustizia è lenta,vincolata da una serie di regolamentazioni e procedure che impiegano troppo tempo per arrivare ad una giusta (spesso non soddisfacente) pena.

Inoltre le leggi secondo alcuni filosofi non seguono il principio di giustizia , perché esse sono pur sempre ideate dall’uomo e quindi fallibili. Ma che s’intende per principio di giustizia?

Il filosofo Kant diceva :

“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente… Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.”

Immanuel Kant

Il principio di giustizia è la percezione del giusto regolamentato dalla legge morale che vive in noi. Secondo alcuni studi, un bambino di soli 10 mesi riconosce come gesto positivo un personaggio che viene raffigurato intento ad aiutarne un altro.

Allora perché Light nonostante possa riconoscere che è giusto lasciar combattere il crimine alla legge, cede alla tentazione di ricorrere al death note?

Questo è la domanda che personalmente mi sono posto continuamente durante la visione e a cui ho provato a rispondere:

Light Yagami è un ragazzo che ha una vita perfetta.

  • Ha una famiglia che lo stima e lo ama
  • È uno studente modello, nonché ragazzo dall’aspetto fisico invidiabile
  • Può riconoscere nel padre un modello perfetto da seguire nonché persona da stimare in quanto rispettatissimo ufficiale di polizia

Essendo un ragazzo molto sicuro dei mezzi e dalla infinita voglia di mostrare la sua superiorità decide di usare il quaderno per mostrare a tutti come creare un mondo migliore.

La sua decisione ha però uno scopo molto più profondo e infimo, e lo rivela lui stesso nell’episodio 4, “Inseguimento“:

Ascolta Ryuk: io costruirò un mondo ideale totalmente privo di criminali … dopo di che intendo dominarlo a lungo come un dio.

Light Yagami
La mia conclusione è che Light come tanti altri uomini cede alla sete di potere diventando così carnefice e non tanto diverso dalle sue vittime.

I numerosi riferimenti cristiani

  • La croce : Presente nel logo e nelle copertine dei volumi del manga
DeNos 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 91
  • La mela : Frutto del peccato per eccellenza, nel manga è il frutto preferito da Ryuk che in quanto dio del morte allunga la propria esistenza sommando gli anni che restavano da vivere alle vittime del quaderno. Inoltre Light che appare con la mela in mano sia nella sigla che nelle scene in cui ciba lo shinigami, rappresenta metaforicamente Adamo che secondo la famosa storia voleva elevarsi al livello di Dio fino a credere di averne la stessa consapevolezza di bene e male per poi finire rovinosamente. (Questa teoria però fu smentita dall’autore del manga)
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  • La scena in cui Elle asciuga i piedi a Light, poco prima di essere ucciso,sembra essere un chiaro riferimento alla lavanda dei piedi di Gesù agli apostoli, in particolare a Giuda in qualità di traditore, il giorno prima della morte.
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Perché Death Note è perfetto

Ciò che ha reso perfetto Death Note è la sua semplicità nel raccontare una storia che racchiude concetti complessi, oltre a descrivere e rappresentare con estrema precisione ogni dettaglio e sfumatura dei personaggi. Oltre al carismatico protagonista e il suo shinigami infatti, anche gli altri personaggi sono ben raccontati come ad esempio il particolarissimo Elle, Watari, Soichiro Yagami uomo all’antica e dal forte senso morale, Naomi Misora e la bellissima Misa (che ricorda molto per ingenuità e caratteristiche fisiche l’amatissima super criminale Harley Quinn🖤❤️).

Perché è amatissimo in Italia

In Italia tra l’altro è particolarmente amato grazie ad un doppiaggio di ottima fattura della serie animata (di 37 episodi) trasmessa per la prima volta su MTv nel 2008 e ora disponibile sulla piattaforma Netflix.

Nel cast italiano infatti possiamo ritrovare Flavio Aquilone (Light Yagami) e Alessandro Rossi (Ryuk) che vantano un curriculum notevole grazie ad aver prestato la loro voce ad attori famosi nel mondo quali Tom Felton (Harry Potter su tutti),Zac Efron(ricorderemo High School Musical),Ezra Miller(Royal Plains,Suicide Squad) e tanti altri (per Flavio Aquilone), e Liam Neeson(Taken ad esempio), Arnold Schwarzenegger (Tra cui ‘Atto di Forza’), Samuel L. Jackson , il carismatico personaggio di Batou (Ghost in the Shell) e tantissimi altri (per Alessandro Rossi).

Conclusioni

Che dire, Death Note è un prodotto che va visto indipendentemente dal gusto personale. Una storia che abbraccia concetti sempre attuali,che invita a riflettere e che trascina lo spettatore in un vortice di pensieri ed emozioni contrastanti che spingono al limite anche l’integrità delle persone più insospettabili.

Tutt’oggi aspettiamo ancora una serie animata degna del suo livello.

IL NOSTRO VOTO 1 - Death Note : Recensione della pietra miliare dell'animazione 98
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La differenze tra me e te sta semplicemente negli occhi

~Ryuk