Squid Game è una serie televisiva sudcoreana, scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk. La serie è stata distribuita in tutto il mondo sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 17 settembre 2021 ottenendo un enorme eco mediatico.
L’incredibile impatto social ha fatto si che persone inizialmente riluttanti o non interessate, guardassero la serie nonostante fosse solamente sottotitolata in italiano. Hwang ha raccontato che la storia è fondata sulla base delle sue personali difficoltà giovanili, oltre che alle disparità socio-economiche vigenti in Corea del Sud.
Nonostante la serie è stata distribuita nel 2021, la sceneggiatura risale a molti anni prima. quando è stata scritta per la prima volta nel 2008. L’autore infatti fece fatica a trovare dei produttori disposti a finanziare l’opera, finché Netflix si mostrò interessato, in modo da espandere offerte di intrattenimento provenienti da Paesi esteri.
La serie si può definire un thriller action/drama composta da 9 episodi dalla durata che varia dai 32 ai 62 minuti. Il cast è ovviamente composto da attori conosciuti per la maggiore in Corea.
In particolare Hwang chiese agli attori Gong Yoo e Lee Byung Hun che avevano lavorato ai suoi film precedenti,(rispettivamente Silenced e The Fortress), di apparire in piccoli ruoli all’interno della serie. Probabilmente questa scelta fu dettata dalla loro fama nazionale per dare un maggiore appeal alla serie.
Ma di cosa parla e cosa rende così accattivante Squid game ?
Punti salienti articolo
Trama
La serie, narra la storia di un gruppo di persone che in condizioni economiche disperato vengono invitati a partecipare ad un gioco che ha in palio 45600000000 ₩, (circa 33 milioni di euro). Ciò che sembra un semplice gioco a premio si trasforma in un vero incubo.
Per chi non avesse ancora visto la serie e non vuole incappare in spoiler consiglio la visione del trailer e di tornare alla lettura della recensione solo in seguito.
Regia
La regia è probabilmente insieme alla sceneggiatura il punto di forza di queste serie. Gli episodi sono strutturati in maniera intelligente nello stile che ricorda molto le serie degli ultimi anni (vedi La Casa di carta), tenendo lo spettatore col fiato sospeso e con la voglia di scoprire cosa accade subito dopo. Una narrativa serrata,una storia eccitante e un’atmosfera tesissima (che si avverte a partire dai minuti finali del primo episodio), sono il leitmotiv della serie coreana.
Non è un caso se dopo il pluripremiato Parasite, ci troviamo ancora a parlare di un prodotto sudcoreano. Parasite ha riscosso il successo meritato grazie ad una storia di denuncia e grazie alla voglia del suo creatore di mettere sullo schermo tutta la sofferenza che vivono i suoi connazionali in una società spaccata in due : ricchi e poveri.
Allo stesso modo (ma più cruento), Squid Game racconta la storia di persone disperate, che per diversi motivi si trovano sul lastrico e mettono a rischio la propria vita in un gioco mortale. È ancora una volta la povertà il filo conduttore che collega Parasite,Squid game e lo spettatore.
Una storia che con il terribile spettacolo dei giochi descrive la vita di moltissime persone che vengono schiacciate dai debiti e dall’ansia di sfuggire ai loro carnefici: I creditori.
Sceneggiatura
Per quanto noi italiani abbiamo potuto apprezzare dai sottotitoli, i dialoghi sono diretti,espliciti, dal tono crudo e senza far mancare momenti di divertimento (in perfetto stile anime), toccando temi profondi e forti come minoranza,legge del più forte,differenza di razza,genere,povertà,disperazione,avidità e capitalismo. La coralità del cast è una piacevole sorpresa con attori semisconosciuti che forniscono una grande prova con un’interpretazione dei protagonisti notevole.
Montaggio e fotografia
Anche il montaggio porta a casa il risultato, con scelte accurate e lineari riuscendo a trasmettere perfettamente ogni emozione provata dai giocatori/vittime. La maggior parte delle scene sono state girate in ambienti chiusi facilitando di gran lunga la gestione di ogni elemento in camera. Particolarmente belle e allo stesso tempo strazianti le scene dall’alto e le sequenze in cui nel primo gioco (Un due,tre stella) e nel terzo (gioco nell’episodio “L’uomo con l’ombrello”) vediamo rispettivamente le persone correre nel tentativo di scampare a morte certa e continuare a ritagliare sotto il rombante e ansiogeno suono degli spari. A rendere tutto ancora più bello sono la scelta di colori che esalta ogni cosa.
Un enorme parco giochi, pieno di colori e giostre per bambini, come la più crudele e infime delle violenze psicofisiche colpisce anche lo spettatore più cinico, quando una guardia spara in testa a un giocatore e il suo cadavere scivola giù dallo scivolo. Una scena che da il via ad una manciata di minuti colmi di suspense.
La serie fa un uso dei colori e delle immagini importante. Lo si può vedere nelle scene delle scale, tutte colorate, ma che confondono e che trasmettono un senso di disorientamento.
I momenti esilaranti che ci regala “La letizzetto della Corea”
Col un minutaggio corposo, ma al punto giusto non manca di sotto-trame: Storie romantiche, di poliziotti in incognito e malavitosi che diventano bulli da scuola, in ogni episodio la varietà fa si che lo spettatore non abbia mai da annoiarsi.
Costumi e colonna sonora
La scelta dei set e i costumi colorati sono stati progettati per dare l’impressione di un mondo per bambini. La scelta di dividere guardie e giocatori con tute di colore diverso è dettata dalla voglia di enfatizzare la differenza tra i due gruppi.
La bambola robot nel primo episodio, è solo uno dei numerosi riferimenti alla cultura della Corea del Sud. Questa è una scelta che come già successo per Parasite denota la voglia del regista di raccontare sotto ogni aspetto il mondo coreano.
Le musiche sono intriganti per una colonna sonora che ormai è in tutti i remix del web.
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Riflessioni, temi e analogie
Squid Game usa la distopia di Hunger Games per evidenziare la disuguaglianze di classe e la crisi della Corea moderna
Nel secondo episodio intitolato “inferno” i personaggi tornano alla loro quotidianità dopo aver scelto di interrompere il gioco, ma le condizioni tragiche della loro vita e i debiti che pesano sulle loro teste li portano drammaticamente a tornarci. Essi sono consapevoli che il rischio di morire lì dentro è altissimo, ma pur di non vivere l’inferno della vita quotidiana scelgono di rischiare il tutto per tutto nel tentativo di portare a casa il premio.
Non ho una casa a cui tornare. Qui almeno ho una possibilità, ma là fuori? Là fuori non ho niente. restiamo, continuiamo fino alla fine! Meglio stare qui e morire tentando, che morire là fuori come un cane.
~ n. 322
Hell Joseon , Hell Chosun o Hell Korea è un termine satirico sudcoreano diventato popolare nel 2015. Nato e usato per criticare lo stato socioeconomico della Corea del Sud, è divenuto popolare prima tra tutti tra i giovani coreani dopo i loro dissapori verso la società a causa della disoccupazione e delle condizioni di lavoro.
Inoltre è usato per denunciare le politiche del governo viste come un contributo alla disoccupazione giovanile, alla disuguaglianza economica, all’orario di lavoro eccessivo, all’incapacità di tirarsi fuori dalla povertà anche se lavorano sodo, una società che favorisce l’interesse personale e l’irrazionalità nella quotidianità vita. Inoltre anche il razzismo è un tema trattato, con la storia di Ali che è vittima di sfruttamento sul lavoro da parte del suo datore.
Sembra chiaro quindi che con il secondo episodio il regista voglia evidenziare questo concetto.
Quando sono tornato qui, ho capito che quello che dicevano era vero. La vita qui è un inferno perfino maggiore.
~ Oh Il-nam n. 001
La fiducia secondo Squid Game
Non ci si fida delle persone perché se lo meritano. Lo si fa perché non hai altri su cui contare.
~ Seong Gi-hum
In Squid Game la fiducia nelle persone è un altro tema importante. Sin da subito i giocatori devono fidarsi degli altri nel tentativo di sopravvivere, ma allo stesso tempo sono consapevoli che non tutti potranno arrivare fino in fondo, innescando quindi continui dubbi in ognuno di loro.
Nell’episodio 4 “Non si abbandona la squadra ” Gi-hum e i membri della sua squadra si dicono per la prima volta i loro nomi in segno di reciproca fiducia. Nel momento in cui viene detto loro che bisogna formare una squadra di 10 persone, tutti cercano di integrare nel loro team persone forti e in salute a discapito dei più deboli. Gi-hum e Sae-byeok decidono di non abbandonare 001(l’anziano Il-nam) e una giovane ragazza di nome Ji-yeong. Alla fine la fiducia e la genuinità dei 2 li ripaga: L’anziano infatti si dimostra decisivo per la vittoria del gioco dispensando preziosissimi consigli su come vincere al tiro della fune.
Il-nam (ormai in punto di morte) chiede a Gi-hun se si fida ancora delle persone dopo tutto ciò che ha vissuto il quale risponde di si. A questo punto gli propone di giocare un’ultima partita con lui per verificare se alle persone è rimasto ancora del buono.
Il protagonista a questo punto, vincerà se qualcuno aiuterà un ubriaco per strada prima di mezzanotte. Un’istante prima di esalare l’ultimo respiro, l’anziano si vede sconfitto, mentre Gi-hun ritrova un bagliore di speranza, dopo aver visto che fidarsi del prossimo non è ancora un errore.
Il monologo di Il-nam e cosa accomuna ricchi e poveri
Quando si scopre che Il-nam è la mente dietro l’operazione del gioco, creato per intrattenere ricchi annoiati, spiega come poveri e ricchi siano accomunati da vite monotone.
Sai cosa hanno in comune una persona senza soldi e una che di soldi ne ha troppi? Per entrambi vivere non è divertente. Se hai troppi soldi, non importa cosa compri,mangi o bevi, tutto alla fine diventa noioso
~ Oh Il-nam n. 001
Un concetto paradossale, che vuole criticare le persone estremamente privilegiate nella società e che non apprezzano la vita e la fortuna che gli permette di godersela a discapito di chi invece non può farlo.
Se la serie ha avuto successo è anche grazie ad alcuni elementi che hanno caratterizzato il cinema degli ultimi anni e che di fatto hanno attirato il pubblico, creando così analogie impossibili da non notare.
Oh Il-nam n. 001 a cui è stato diagnosticato un tumore al cervello crea lo squid game e Jigsaw malato terminale di cancro, decide di vivere gli ultimi anni della sua vita ideando giochi mortali per punire le persone che hanno mostrato disprezzo per la vita. Anche se per motivi diversi, entrambi destinati a morire a breve sono autori di sadici giochi.
È palese che Squid Game abbia per le tute delle guardie, preso spunto da un’altra serie di successo come La casa di carta. Per non parlare di Sae-byeok, l’eroina del gioco che per tratti caratteriali e alcune caratteristiche fisiche non può non ricordare l’affascinante Tokyo.
Magari non sarà una scelta voluta, ma a noi nella scena in cui Seong Gi-hum deve scegliere il colore della busta, è parso di rivedere Neo intento a decidere quale pillola ingerire.
Conclusioni
Poiché Netflix si rivolgeva ad un pubblico globale, le regole dei giochi sono state semplificate per evitare potenziali problemi con la barriera linguistica. Una scelta che si è mostrata eccellente ai fini della distribuzione tant’è che ad oggi Squid Game nonostante non sia doppiata in molte lingue è la serie più vista sulla piattaforma californiana.
La serie coreana è un mosaico di riferimenti nazionali e cultura pop che grazie a questo mix produce un quadro perfetto della società capitalista che non lascia speranza al suo popolo.