STALLED è un cortometraggio scritto, diretto e co-prodotto da Matt Black con protagonista Jacob Daniels.
Se non conoscete o non avete ancora visto il corto, lo potete guardare dal link qui in basso.
Punti salienti articolo
Trama
Il corto racconta di Pete, un cinico e ambizioso dirigente d’azienda, che si accorge di essere in ritardo ad un importante incontro di lavoro durante una breve sosta in un bagno pubblico.
Dopo essersi comportato in modo scortese al telefono con un collega e aver trattato in malo modo un inserviente, si appresta ad utilizzare la toilette. A quel punto vede un messaggio strano scritto sulla carta igienica e nota qualcuno che sbircia nella sua cabina.
Matt Black alla regia di Stalled
Matt Black con una direzione intelligente e funzionale intreccia suspense, dilemmi esistenziali e un tocco di umorismo nero in una narrazione compatta ma intensa. Il protagonista, Pete, interpretato egregiamente dall’attore Jacob Daniels, si imbarca in un viaggio attraverso un loop temporale all’interno di un contesto apparentemente banale: il bagno.
L’ambizione spietata e l’atteggiamento prepotente di Pete, evidenziati dalle sue interazioni scortesi con i colleghi e con il custode, preparano il terreno per una trasformazione del personaggio. La breve durata (che ne accentua il ritmo veloce) e i dialoghi taglienti introducono rapidamente le complessità dei viaggi nel tempo, offrendo allo spettatore un avvincente rompicapo da risolvere insieme al protagonista.
Il corto utilizza astutamente il bagno come sfondo stravagante, iniettando umorismo nella trama fin dall’inizio. La cupa atmosfera da thriller, unita a una colonna sonora elettronica ansiosa e dissonante, contribuisce a creare una tensione palpabile.
L’abile interpretazione di Jacob Daniels offre una base solida al film attraverso tutte le follie temporali, mentre il personaggio di Pete si rende conto lentamente che collaborare con se stesso è il vero incubo. Pete deve confrontarsi con le conseguenze del suo atteggiamento tagliente e tossico, poiché i loop temporali lo costringono a diventarne la vittima.
La percezione di noi stessi
Il film collega in modo intelligente la risoluzione dell’enigma dei viaggi nel tempo al confronto di Pete con se stesso. Il climax, in cui la versione peggiore di Pete minaccia di sparare a se stessa, è avvincente e stimola una riflessione su come ci comporteremmo con noi stessi nel momento peggiore, offrendo un finale inaspettatamente riflessivo a questo avvincente e folle viaggio cinematografico.
Il confronto incalzante tra le diverse versioni di Pete nell’acme del film aggiunge uno strato di tensione psicologica notevole. La minaccia imminente di un Pete oscuro e senza scrupoli, armato e pronto a sparare a se stesso, diventa un poderoso specchio per la natura autodistruttiva dell’egoismo di Pete. Questo momento culminante, oltre a essere avvincente, diventa un’occasione per il pubblico di riflettere sulla complessità delle relazioni con se stessi.
La visione di Pete di fronte alla sua versione peggiore fornisce uno spunto di riflessione sulle conseguenze di un comportamento tossico, portando alla luce la necessità di redenzione e crescita personale. È un momento di auto-confronto che va oltre la superficie dell’intricato enigma temporale, spingendo lo spettatore a interrogarsi su come affronterebbe i propri demoni interiori.
Fotografia
La fotografia di Stalled merita un plauso per la sua capacità di creare un’atmosfera intensa e moody che si adatta perfettamente al tono del thriller sci-fi. L’uso di tonalità cupe e contrasti accentuati contribuisce a evocare una sensazione di suspense e mistero, trasportando gli spettatori in un ambiente che riflette la tensione crescente della trama.
La scelta di ambientare il corto in un bagno pubblico si rivela una scelta azzeccata che si adatta in modo creativo a questo contesto apparentemente comune, rendendolo visivamente interessante.
L’uso sapiente delle luci, che fluttuano come un segnale eloquente durante l’evolversi del paradosso temporale, rappresenta un elemento chiave nell’arte della fotografia di Stalled. Queste variazioni luminose non solo fungono da precursore visivo dell’intricato enigma temporale, ma aggiungono una sottile, ma potente, dimensione artistica alla cinematografia.
Le inquadrature suggestive, svelano il genio creativo dietro la macchina da presa. Nonostante la limitata ambientazione, la regia sfrutta abilmente angolazioni insolite e composizioni visive intriganti. Questo non solo contribuisce a mantenere l’attenzione dello spettatore, ma arricchisce anche l’esperienza visiva, trasformando un contesto apparentemente comune in un palcoscenico visivo ricco di dettagli e suggestioni.
Inoltre, la fotografia riesce a catturare in modo efficace le sfumature emotive del protagonista e l’evoluzione della sua prospettiva nel corso della storia. Dall’ambizione spietata alla riflessione interiore, la fotografia accompagna e amplifica la trasformazione di Pete, offrendo uno sguardo visivamente coinvolgente sulla sua crescita personale.
Commento finale
Stalled con il suo finale riflessivo, aggiunge un elemento di profondità alla trama, trasformandolo da semplice thriller sci-fi a un viaggio cinematografico che sfida non solo il concetto di viaggio nel tempo, ma anche la nostra percezione di noi stessi e dei nostri comportamenti più oscuri.
In definitiva, il film offre non solo intrattenimento avvincente ma anche una contemplazione significativa sulla natura umana e sul potere della redenzione personale. Insomma una ventina di minuti davvero consigliati per gli amanti dei viaggi temporali, del genere thriller e sci-fi ma soprattutto per chi vuole guardare qualcosa di originale e riflessivo.