The Substance è un film body horror del 2024 scritto e diretto da Coralie Fargeat, al suo primo film in lingua inglese.

“Hai mai sognato una versione migliore di te? Più bella, più giovane, più perfetta. Una sola iniezione sblocca il tuo DNA, che produrrà un’altra versione di te. Tutto questo è The Substance.”
— Sostanza (voce)
Punti salienti articolo
Trama
Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è una star di Hollywood ormai dimenticata , che al suo cinquantesimo compleanno viene licenziata da Harvey (Dennis Quaid), produttore della trasmissione di aerobica di cui lei era conduttrice, a causa della sua età. Elisabeth entra in possesso di un siero sperimentale di ringiovanimento chiamato “The Substance,” che sembra offrirle non solo una seconda chance, ma una versione potenziata di sé stessa, incarnata in Sue (Margaret Qualley), una figura più giovane e perfetta.
Cast

Demi Moore offre una performance potente, incarnando il terrore e la vulnerabilità di una donna in piena crisi d’identità. Icona degli anni ’90, con film di successo come Ghost e Soldato Jane, Moore dimostra grande coraggio mettendosi letteralmente a nudo sullo schermo, sia fisicamente che emotivamente. Questo casting aggiunge autenticità e profondità al personaggio di Elisabeth, una donna alle prese con la paura della decadenza fisica e del declino della fama.
Con The Substance, l’attrice affronta una delle paure più profonde dell’essere umano e, in particolare, di una star: l’invecchiamento e il declino sotto i riflettori. La sua interpretazione è incredibile, riuscendo a catturare ogni sfumatura di ansia e disperazione della protagonista, e si pone come una delle prove attoriali più incisive della sua carriera. Questa performance, così autentica e coraggiosa, la rende una candidata con molte probabilità di essere nominata ai prossimi Oscar.

Accanto a Moore, Margaret Qualley offre una performance impeccabile nel ruolo di Sue, la versione ringiovanita e idealizzata della protagonista. Qualley dona al personaggio un fascino ipnotico e inquietante, con una presenza magnetica che rappresenta l’ossessione di Elisabeth per la giovinezza. Con sfumature sottili, Qualley riesce a trasmettere la tensione tra la perfezione superficiale di Sue e la profonda artificialità del personaggio, creando una sorta di doppio specchio emotivo che riflette le insicurezze e i desideri inappagati della protagonista.


Dennis Quaid, nel ruolo di Harvey, aggiunge un’altra dimensione importante alla storia. Interpreta un produttore spietato e superficiale, incarnando il volto del sistema dell’industria dell’intrattenimento che sfrutta e getta via le persone senza rimorso. Quaid riesce a rendere il suo personaggio disturbante e credibile, sottolineando in modo sottile ma efficace la brutalità con cui l’industria tratta chi non è più “vendibile.” La sua performance dà profondità al messaggio del film, rappresentando le dinamiche tossiche del mondo dello spettacolo.
Sceneggiatura e fotografia
The Substance è un film dai molteplici significati e generi, un’opera viscerale e intensa che sfida le convenzioni narrative e visive. La regista francese mette al servizio della sua opera tutta la sua esperienza e attinge all’influenza di grandi maestri come David Lynch, David Cronenberg, Paul Verhoeven e John Carpenter, arricchendo le sequenze con una moltitudine di citazioni che omaggiano il cinema horror e thriller. La narrazione è sostenuta da dialoghi essenziali e un design sonoro potente e ingombrante, che diventa quasi un co-protagonista della storia, accompagnando immagini forti e visivamente d’impatto.
Il sound design è disturbante e magnetico, con musiche che alternano sonorità metalliche a note basse e penetranti. Gli effetti sonori sono studiati per amplificare l’inquietudine e l’angoscia, risultando a tratti quasi insostenibili. Il suono si integra perfettamente con le immagini, rendendo ogni scena più potente e d’impatto.
Questa scelta, voluta fortemente dalla regista, riflette l’importanza che dà non solo al ritmo, alla storia avvincente e alla caratterizzazione dei personaggi, ma anche allo studio approfondito della componente visiva, che rende l’esperienza quasi ipnotica per lo spettatore.

Ho particolarmente apprezzato le sfumature thriller e la potenza visiva che permeano il film, che mantiene alta la tensione attraverso una costruzione psicologica e narrativa avvincente. Tuttavia, la parte finale, in cui emerge il mostro Eliza-Sue, mi è parsa un po’ esagerata e grottesca.
⚠️ Attenzione: L’immagine che segue contiene contenuti visivamente forti e disturbanti, tipici del body horror.

Sebbene sia tipico del body horror esasperare alcuni elementi per amplificare l’effetto viscerale, in questo caso l’eccesso visivo rischia di distogliere l’attenzione dal messaggio più sottile e profondo. La potenza del tema – il giudizio implacabile che una donna (e chiunque) subisce sulla base dell’aspetto estetico, un fenomeno oggi più che mai amplificato dai social e dai media – poteva emergere anche senza la scena splatter finale. Lo scontro violento tra Elisabeth e Sue, o il momento in cui la protagonista viene definita “mostro” in perfetto stile Frankenstein, erano già rappresentazioni forti e simboliche che trasmettevano con intensità l’ossessione per la bellezza e l’identità imposta dalla società.
La critica al mondo di Hollywood e non solo: femminismo e aspetto fisico
The Substance non è solo un horror viscerale; è anche una critica tagliente rivolta al mondo di Hollywood e, più in generale, alla società ossessionata dall’apparenza. La storia di Elisabeth Sparkle riflette una realtà ancora tristemente attuale, in cui le donne, in particolare, sono spesso giudicate e definite dal loro aspetto fisico. Invecchiare, soprattutto in un’industria come quella cinematografica, può significare perdere valore agli occhi di un sistema che valorizza la bellezza e la giovinezza come requisiti fondamentali per l’accettazione e il successo.


La regista esplora questo tema con sguardo femminista, mettendo in luce come il corpo delle donne venga sfruttato, idealizzato e poi abbandonato non appena la giovinezza svanisce. The Substance critica così non solo Hollywood ma anche i moderni social media, dove il valore personale viene spesso misurato attraverso la perfezione estetica, sottolineando quanto questa pressione possa essere alienante e pericolosa. Elisabeth, interpretata da Demi Moore, è una persona ormai sola, che incarna questa lotta contro il tempo e contro una società che impone standard irraggiungibili, rivelando il dramma interiore di chi sente di essere ridotto solo alla propria immagine.
Questa critica si può estendere oltre, risuonando anche in una società dove chiunque, indipendentemente dal genere, può sentire il peso di uno standard estetico irrealistico.
Conclusioni
The Substance utilizza il body horror per denunciare e amplificare il suo messaggio, esponendo una lotta interiore che è, in fondo, universale. È un’opera disturbante che affronta temi universali come la paura del tempo che passa, la perdita della bellezza e la vacuità dell’immagine, sollevando domande scomode sulla nostra dipendenza dai social e dal riconoscimento esterno. Un film tecnicamente impeccabile e senza mezze misure, che non si preoccupa di oltrepassare i limiti della visione convenzionale, spingendosi fino a infastidire o disgustare chi guarda le sue immagini forti. The Substance scava nelle insicurezze umane, offrendo una critica tagliente alla società e alla sua ossessione per l’apparenza.
